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Intervista a Ettore Ceccarelli

Pere: di chi sono le responsabilità dell'attuale situazione?

Nonostante la produzione nazionale di pere italiane nel 2020 sia stata ben al di sotto la media degli ultimi 10 anni, le statistiche evidenziano ancora 15.000 tonnellate delle principali varietà (Abate, Kaiser, Conference) in giacenza a fine aprile 2021 in Emilia Romagna. Non è una situazione normale date le premesse. Ne parliamo con Ettore Ceccarelli, dell'azienda Julius. 

FreshPlaza (FP): Riguardo all'attuale giacenza, che idea si è fatto?
Ettore Ceccarelli (EC): Avevo previsto questa situazione. Ritengo che non sia a causa dell'arrivo delle pere oltremare, se il destoccaggio delle pere italiane è così rallentato: la causa è nella scarsa qualità organolettica del pere stesse e delle singole varietà.

FP: Si spieghi meglio.
EC: Il discorso è molto ampio: la Kaiser ha perso di interesse perché non é una pera alla moda. Conference è troppo piccola di calibro e, causa una produzione limitata, è stata soppiantata dal prodotto belga e olandese. Per la Williams, il discorso é molto complesso: in una prima fase, l'estate lunga e calda ha rallentato i consumi, complici le produzioni locali europee di Williams, Conference, A. Lucas, Xenia, Cheeky, Sweet Sensation. Successivamente, è stata immessa al consumo a metà settembre-fine settembre merce troppo 'immatura', di un verde che faceva sembrare le pere bluastre, e questo ha rallentato il consumo. Come ha scritto Gianluca Bagnara (cfr. FreshPlaza del 2/10/2020) 'noi dobbiamo migliorare, con la ricerca, quello che il consumatore mette nel piatto: il consumatore non compra una pianta di pesco, ma la pesca (pera, in questo caso, ndr); se non riesce a mangiarla, non la compra più".

FP: E riguardo all'Abate italiana?
EC: Si è sbagliato tutto. Prima si è sopravvalutato il prodotto che, a causa del meteo, era cerchiato, liscio e piccolo; poi si é preteso troppo, facendo "scappare" alcune catene di supermercati tedesche e austriache con svariati migliaia di negozi. Così queste hanno abbandonato il prodotto Abate per passare alle Conference belga e olandese, molto più economiche. Altri ribatteranno che è stato un problema di residui, ma non è così. I vari manager hanno preteso troppo e hanno perso i clienti.

FP: Ci sono lamentele, in quanto non si riesce a finire di vendere il prodotto italiano, mentre molte industrie hanno riempito a prezzi irrisori tutte le cisterne di concentrato: le risulta?
EC: Ma è ovvio. Se si ha un prodotto che tende a macchiarsi, troppo piccolo e costoso, e pure fuori stagione, è normale che venga abbandonato appena possibile, a favore di altri prodotti. Negli anni '80, l'Abate veniva esaurita entro Natale, ora si pretende di venderla fino a fine maggio. Ciò accade in quanto i proclami, la pubblicità e finanziamenti a fondo perduto non servono a nulla, se poi il consumatore non trova di suo gradimento quello che mette nel piatto.

FP: Allora, cosa propone?
EC: La bacchetta magica non esiste. Sicuramente, al primo posto metto le esigenze del produttore che deve essere aiutato, cioè messo in grado di coltivare le piante di pero e raccoglierne i frutti. Ma subito dopo metto il consumatore, che deve trovare di suo gusto la pera che acquista. Occorre sedersi attorno a un tavolo e trovare una sintesi, allora forse potremo ancora salvare la pericoltura italiana, sempre che la stagione non si metta di traverso. Ma questo è un altro capitolo.

Per maggiori informazioni:
Ceccarelli Giulio Srl
Via della Frasca, 7
47020 Longiano (FC)
+39 0547 53055
[email protected]
www.juliusfruit.it