"Il Progetto europeo AgroBridges è nato dalla necessità di incentivare l'adozione delle filiere corte nell'Unione Europea, perché introducono benefici economici, sociali e ambientali per uno sviluppo sostenibile. L'obiettivo è quello di riequilibrare la posizione di mercato degli agricoltori e dei consumatori, e aumentare il loro reddito, collegare meglio agricoltori e consumatori, riducendo gli intermediari, soddisfare la richiesta di cibo locale sicuro e di qualità". E' quanto riferisce Francesca Giarè, la coordinatrice del progetto per il CREA,(il più importante ente di ricerca dedicato all'agroalimentare) ricercatrice di Politiche e Bioeconomia.
Ricerca, innovazione, tecnologia, network e formazione per una nuova connessione tra produttori - alla costante ricerca di nuove leve competitive per i loro prodotti - e consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità alimentare, sociale ed ambientale. Tutto questo è AgroBridges
"AgroBridges - prosegue la Giarè - mira a contribuire, nel medio e nel lungo termine, a un aumento di circa il 5-8% delle aziende agricole dell'UE coinvolte, totalmente o parzialmente, nella vendita diretta ai consumatori grazie al supporto fornito dall'AgrobridgesToolbox. Si tratta di un kit contenente materiali di comunicazione, programmi di formazione, un sistema di supporto decisionale per il produttore per scegliere il modello di business più sostenibile e strumenti digitali che collegano consumatori, produttori e distributori per la consegna intelligente".
Il Progetto è iniziato a gennaio 2021 e durerà 3 anni. Per ora già sono stati individuati i partecipanti per questo primo triennio.
"Nel progetto, a livello internazionale, sono state individuate 12 Beacon Regions, ciascuna guidata da un partner del consorzio. Nella fase di proposta, la scelta è andata alle regioni dove da sempre c'è attenzione alla filiera corta: il Piemonte e il Lazio. Il Piemonte con le cantine e i mercati rionali, i distributori di latte, gli alpeggi aperti, e il Lazio con Roma, la città con la più alta quota di area agricola urbana e quindi dove la campagna entra in città e è naturale l'acquisto in azienda".
"All'interno delle Beacon Regions - dice la ricercatrice - sono stati poi selezionati i settori produttivi che sarebbero stati analizzati nel progetto; nel caso dell'Italia sono stati individuati la filiera della carne e quella orticola, la cui produzione è presente nelle due regioni italiane coinvolte nel progetto (Lazio e Piemonte). In queste aree vengono coinvolti anche altri attori della filiera: innanzitutto i consumatori, ma anche associazioni, distributori, rivenditori, università, enti pubblici e consulenti. L'insieme di questi attori locali forma una MAP, cioè una Piattaforma Multi-Attore".
Per ora i partecipanti alla MAP sono stati già definiti. Quando i toolbox saranno pronti, saranno coinvolti nuovi soggetti e saranno comunicate le modalità per riceverli e utilizzarli, per ora sono ancora in via di definizione.
Il Contributo del CREA
"Il CREA - dichiara Francesca Giarè - è l'unico partner italiano del Consorzio ed è Leader di uno dei Working Package (il WP 6- Clustering): è responsabile delle azioni di collegamento con altri progetti europei che si occupano di filiera corta e di sistema della conoscenza e innovazione in agricoltura (SCAR AKIS Strategic Working Group (SWG)). Inoltre è responsabile della valutazione della sostenibilità del modello di business SFSCc e creazione di un quadro decisionale multicriterio, che ha il compito di identificare gli indicatori di sostenibilità economica, sociale e ambientale da utilizzare per la formazione di modelli di business più attenti all'ambiente e alla società. Il CREA sarà coinvolto in tutte le attività del progetto, con particolare attenzione alle iniziative riguardanti le Piattaforme Multi-Attore (MAPs)".
Il ruolo dei 16 partner europei
Il coordinatore del progetto è Teagasc - Agriculture and Food Development Authority (Ireland), un ente pubblico che ha il compito di incoraggiare gli appalti pubblici verdi e le esigenze delle autorità. Quattro dei partner sono cluster industriali (Food & Bio Cluster Denmark (Denmark), Technological Corporation of Andalusia (Spain), VEGEPOLYS VALLEY (France), Unimos Foundation (Poland)), alcuni dei quali pionieri nei loro paesi e a livello UE, lavorano a stretto contatto con diverse tipologie di produttori agroalimentari.
Il coinvolgimento del mondo accademico è assicurato da un'università e tre centri di ricerca chiave leader nel settore agroalimentare: Wageningen University (Netherlands), CREA (Italy), VTT Technical Research Centre of Finland (Finland), Institute of Technology Tralee (Ireland). Quattro PMI fanno parte del Consorzio: Q-PLAN INTERNATIONAL (Greece), Rezos Brands Agrifood Company (Greece), Hub Madrid SL (Spain), Sustainable Innovations Europe (Spain).
Inoltre il consorzio comprende anche un'associazione europea di produzione e commercio di frutta e verdura, per aumentare la diffusione del progetto tra produttori di tutta Europa, FruitVegetablesEUROPE - EUCOFEL (Belgium), e una fondazione alimentare turca no-profit per contribuire alla consapevolezza pubblica su cibo, nutrizione e salute: Sabri Ulker Foundation (Turkey).
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