Con sempre maggiore frequenza, si assiste a distorsioni di mercato difficili da comprendere: uva o angurie svendute a prezzi sotto al costo di produzione nell'ambito di "promozioni da urlo", oppure il caso opposto con pesche e nettarine di bassa qualità calibro B o C, oltre i 3 euro al kg.
"Ogni catena della Gdo - esordisce un produttore veneto molto conosciuto nell'ambiente - ha la sua politica, o non politica, di programmazioni spesso fatte a tavolino mesi e mesi prima della raccolta. Non voglio insegnare ai buyer della distribuzione il loro mestiere, ma è davvero ridicolo che nel 2021 si facciano programmazioni ortofrutticole dei prezzi e delle promozioni prima di avere le idee chiare su come sarà la campagna. Lo si potrà fare con il dentifricio o i biscotti, realizzati in fabbrica, ma non con la frutta e la verdura fresca".
Secondo il produttore, serve un sistema di collaborazione etico fra Gdo e chi produce. "Perché nelle pubblicità in tv si vedono agricoltori felici, carrelli saltellanti e tutto ruota attorno al made in Italy: però poi, per garantirsi questo prodotto, occorre anche lavorare in prospettiva e non 'tirare il collo' perché tanto 'se non prendo da te, trovo sempre un altro che mi fa quello sconto che io chiedo".
Le leggi servono a ben poco. "I politici sono tutti soddisfatti della legge contro le pratiche sleali, ma non mi sembra che abbia sortito grossi effetti. Di certo, noi produttori dobbiamo fare anche il mea culpa,, perché abbiamo la presunzione che tutto quello che produciamo debba essere venduto a un prezzo alto".
In pratica, se a livello nazionale si producono il doppio o un terzo in più delle angurie richieste dal mercato, il loro prezzo crolla, non c'è alternativa: quando i mercati sono ingolfati di merce, i prezzi crollano, è il libero mercato.
"Produciamo sempre di più - conclude - allungando i calendari produttivi, puntando su serre che fanno maturare 10-12 mesi l'anno. Ma, alla fin fine, i consumatori sono sempre quelli e si sono disaffezionati alla frutta, perché non la considerano buona. Certo, la maggior parte dei supermercati acquista da noi le partite di seconda, che è ovviamente meno buona, per poter essere concorrenziale con i prezzi più bassi possibile".
Che fare, dunque? "Penso che prima di tutto si dovrebbe smettere di fare programmazione di promozioni estive a febbraio, ma concordare con i produttori quando è il momento di spingere, cioè in caso di surplus, e quando si può mantenere una parvenza di normalità. Fare promozioni di continuo è controproducente, sembra di avere in vendita dei divani la cui promozione scade sempre domenica prossima".