Con 350 ettari in produzione, Agrintesa è una realtà di primo piano nella produzione e commercializzazione dei cachi. Quest'anno, però, è previsto un calo produttivo molto importante. Ne parliamo con Cristian Moretti, direttore generale Agrintesa ed Enrico Bucchi, responsabile commerciale Italia Alegra.
Cristian Moretti ed Enrico Bucchi
FreshPlaza (FP): Agrintesa è leader a livello nazionale: qual è la situazione produttiva nei vari areali?
Cristian Moretti (CM): Storicamente, Agrintesa è l'azienda di riferimento a livello nazionale per i cachi. Dagli anni '70, già con il marchio PAF siamo sinonimo di tipicità, cura nella lavorazione e qualità. Possiamo contare su circa 350 ettari distribuiti nell'areale emiliano-romagnolo: per i nostri soci, il caco rappresenta una coltura importante, che ben si innesta nella programmazione annuale e permette di completare la gamma con un frutto apprezzato dal mercato e qualitativamente superiore. Un'eccellenza produttiva, sui cui Agrintesa garantisce un altissimo livello di servizio: dalla stufatura alla calibrazione, dalla divisione per colore al grado di maturazione dei frutti, il servizio che offriamo ai nostri clienti non ha uguali. E il mercato non ha mai mancato di riconoscere i nostri plus.
FP: Fra kako tipo e Rojo brilante quali differenze abbiamo attualmente.
CM: Quest'anno, il quantitativo di cachi disponibili è largamente inferiore alle medie storiche. Una contrazione imputabile alle gelate primaverili, che hanno causato importanti danni nelle aziende dei nostri soci: a fronte di un potenziale produttivo superiore alle 7.000 tonnellate, per il 2021 attendiamo un calo a volume fra il 30% e il 40%. Una stima che andrà chiarendosi meglio nelle prossime settimane, a raccolta avanzata: i danni maggiori si registreranno sul Rojo Brillante, varietà più sensibile agli effetti delle basse temperature. Un ammanco importante, che si innesta in uno scenario frutticolo segnato da altre carenze, in primis quella delle pere: sono convinto che il mercato sarà "generoso" e ci permetterà di recuperare in valore i quantitativi mancanti.
FP: Quando è iniziata la raccolta e quando finirà
Enrico Bucchi (EB): La raccolta del caco tradizionale, il "Loto di Romagna", è appena cominciata e proseguirà per circa quindici giorni. Quella del Rojo Brillante, invece, si avvierà la prossima settimana. Storicamente, la finestra commerciale di questi frutti prosegue fino a metà dicembre, ma molto quest'anno dipenderà dai volumi disponibili.
FP: Come si comporta il mercato nazionale?
EB: Il gruppo Alegra è il punto di riferimento per la GDO nazionale, per quanto riguarda i cachi. Ai nostri clienti garantiamo il servizio AxA e AxB e una segmentazione completa di prodotto: dalla private label, gestita da Alegra, alla linea premium con Valfrutta Fresco, al biologico attraverso l'associata Brio. Ampia è anche la gamma di confezioni, sempre più ecocostenibili: dal formato a due frutti per le pezzature più nobili, al vassoio-bomboniera a 4 frutti, passando per il pack monocomponente in carta per il bio. Dal punto di vista del mercato, registriamo prezzi molto sostenuti, con quotazioni che hanno raggiunto livelli inediti. Sul fronte delle richieste in termini di varietà, vediamo una buona tenuta per il caco Tipo, mentre il Rojo Brillante, negli anni, ha conquistato posizioni crescenti: un risultato che dimostra come il consumatore italiano prediliga la nostra proposta di prodotto nazionale e filiera garantita, rispetto al prodotto spagnolo.
FP: Che percentuali di vendite avete all'estero, e dove?
EB: Austria e Svizzera sono storicamente amanti del caco romagnolo: su questi mercati, siamo presenti da anni e siamo punto di riferimento per i consumatori. Complessivamente, sono destinati al segmento export circa il 10% dei nostri cachi.
FP: Pare che la campagna del caco spagnolo non sarà brillantissima, quest'anno... Come vede lo scenario competitivo internazionale?
EB: Per quanto riguarda il caco a polpa soda, il riferimento di mercato all'estero è sicuramente la Spagna. Se guardiamo al panorama italiano, la preferenza per il prodotto nazionale è significativa e c'è disponibilità a riconoscere differenziali sulle quotazioni, premianti per il caco nostrano. All'estero invece la situazione è diversa: nei mercati oltreconfine lo scenario è condizionato, stagione dopo stagione, dalla disponibilità di prodotto spagnolo. Purtroppo, pur a fronte di una campagna non brillante per il caco iberico, la scarsa disponibilità di Rojo Brillante italiano renderà le possibilità di export per il nostro Paese molto contenute.