E’ una partita ancora aperta, quella della vendita a Syngenta (oggi di proprietà cinese) della multinazionale Verisem, da parte dell'attuale proprietà americana. Verisem ha una importante sede in Italia, a Longiano (Forlì-Cesena): lo stabilimento Suba. L’azienda si occupa di moltiplicazione di sementi, ed è stata acquisita ormai diversi anni fa da un fondo americano che, poco prima dell’estate scorsa, ha annunciato l'intenzione di cederla agli svizzeri-cinesi di Syngenta.
Volendo fare un paragone immobiliare, in pratica la scorsa estate c'è stato il compromesso, ma manca ancora il rogito e c'è chi sta cercando in tutti i modi di ostacolarlo.
Da subito, Coldiretti si è fatta scudo per evitare che l’azienda passasse da mani americane a cinesi e, da fonti attendibili, potrebbe esserci dietro una cordata italiana, (Bonifiche Ferraresi e Cassa Depositi e Prestiti), sotto l'ala protettrice di Coldiretti stessa, che vorrebbe subentrare agli americani. Il nodo però sta nel prezzo: quello offerto dagli italiani sarebbe molto inferiore rispetto a quanto offerto dagli svizzeri-cinesi.
Ora pare che il Governo italiano possa ricorrere al Golden Power, cioè alla possibilità di bloccare la vendita di beni ‘nazionali’ ad entità estere, ma sta di fatto che l’attuale proprietà è già straniera, per cui non ha un gran senso. Altro discorso se si vuole ragionare sul fronte “facciamo tornare in mano agli italiani una parte di società italiana”. Suba fu fondata dal cesenate Augusto Suzzi (deceduto lo scorso gennaio) nel 1974.
Lo scorso 30 giugno, Ibrahim El Menschawi, amministratore delegato di Verisem, ha annunciato: "Siamo entusiasti di unirci a Syngenta e di beneficiare delle risorse e delle opportunità che derivano dall'essere parte di una più grande azienda agricola globale. Insieme a Syngenta, entreremo nella nostra prossima fase di crescita, a beneficio dei nostri dipendenti e clienti in tutto il mondo".