Lo scorso 30 ottobre, il IV Simposio internazionale sul Pomodoro ha lasciato una serie di questioni aperte, tra cui proprio gli effetti dell'aumento dei costi di produzione in Polonia.
Agnieszka Sekara (clicca qui per vedere tutte le foto dell'evento)
Dopo una disquisizione sui trend consumistici e sula produzione polacca di pomodoro (vedi articolo correlato) è stata molto significativa la parte che Agnieszka Sekara, docente di orticoltura all'Università di Cracovia, ha dedicato ai "continui aumenti dei costi energetici, che hanno già determinato la chiusura di molti impianti di produzione a contenuto tecnologico". Vedremo nelle prossime settimane e mesi come e se questa evenienza gioverà alla produzione dell'area mediterranea che, notoriamente, non riscalda artificialmente le proprie serre, godendo soltanto del calore del sole.
Sono seguiti gli interventi programmati degli sponsor: Fomet spa, AgeonTech e TSI Italia, che sono stati intervallati da una relazione dall'alto contenuto scientifico di Ivana Castello della Facoltà di Agraria presso l'Università di Catania, sul tema "La difesa sostenibile dai patogeni tellurici del pomodoro. Situazione attuale e prospettive future". A seguire ancora gli sponsor: Gowan Italia, Centro Seia, Koppert Italia e Centro Lombricoltura Toscano.
Lo stand Med Group, con Massimiliano Nicosia ed Ester Occhipinti
In ultimo, uno dei più attesi interventi dell'intera manifestazione, quello di Bartlomiej Majda, noto consulente della GDO Polacca. Majda ha parlato della filiera del pomodoro, raccontando la sua personale attività di esperto che parte, appunto, dalla conoscenza delle sementi di pomodoro fino al posizionamento sui banchi dei negozi.
Lo Staff di TSI Italia presente all'evento.
"Al momento, gli standard della produzione di pomodoro in Polonia non sono molto alti - ha detto il relatore - Ed è per questo che siamo alla ricerca di nuovi segmenti che possano risultare attrattivi per i consumatori. Il target principale cui tende la mia attività è la grande distribuzione. Fin quando era possibile, producevamo pomodoro rosso in prevalenza per il mercato russo; successivamente la produzione è stata diversificata verso le varietà rosa, per venire incontro alle tendenze consumistiche locali, che sono indirizzate verso il gusto umami. La produzione nazionale va verso il canale retail, il resto segue una commercializzazione più tradizionale, come i mercati all'ingrosso e la vendita diretta. La competizione con l'estero si confronta maggiormente con la produzione marocchina, dimezzando il prezzo della nostra produzione nazionale che è mediamente di 2 euro al kg, al consumo. Questa evenienza rappresenta un problema pesante per il nostro comparto produttivo, che è già in sofferenza. Le fasce di prodotto più alte possono arrivare anche a 10 euro/kg al banco dell'ortofrutta; in questo caso, si tratta essenzialmente di specialities. Al produttore viene generalmente liquidato un prezzo che si aggira sugli 80 centesimi di euro durante tutto l'anno".
Francesco Trama di Gowan Italia (Clicca qui per vedere tutte le foto dell'evento)
"Fin qui è ciò che accadeva prima dell'aumento spropositato dei costi energetici - ha aggiunto Majda - Adesso le cose stanno cambiando. Molte aziende stanno chiudendo, perché non possono sostenere i costi di riscaldamento e illuminazione. Ritorneremo ai vecchi cicli produttivi primaverili/estivi per abbassare le spese. Da qui deriverà un beneficio per le produzioni mediterranee, che gioveranno del gap produttivo invernale polacco".
Bartlomiej Majda
Questa analisi va però letta con molta attenzione, perché bisogna tener conto del potere d'acquisto del consumatore medio polacco. Certamente la Polonia sarà obbligata a importare pomodoro e a diminuire le esportazioni, ma ciò non si tramuterà in un automatico vantaggio per il prodotto italiano, che ha un costo piuttosto importate su questo mercato. Ne trarrà invece beneficio immediato la produzione magrebina, che ha già la strada spianata e costi di gran lunga più accessibili, come abbiamo già visto nel paragone con la stessa produzione nazionale polacca. Forse, ma è da tutto da vedere nell'insieme dello scacchiere internazionale, la produzione italiana potrebbe essere favorita dall'esigenza di colmare le fornitore di pomodoro e orticole invernali da serra, in quei mercati che non potranno più importare dalla Polonia, come quelli centro e nord europei".