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Attecchimento, adattabilità e capacità di tolleranza agli stress idrici

NuVaUT e Crea, un nuovo progetto che fornisce informazione sulle 36 uve ottenute in Puglia

Il progetto VALNuVaUT, finanziato dalla regione Puglia, si pone l’obiettivo di fornire ai produttori di uva da tavola informazioni e dati oggettivi sul comportamento delle 36 selezioni di uva ottenute dall'accordo tra il Consorzio Nu.Va.U.T (Nuove Varietà di Uva da Tavola) e il Centro Viticoltura ed Enologia del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) con sede a Turi, per contribuire all’orientamento di tecnici e produttori nel compito della scelta varietale, in un contesto di agricoltura sostenibile.

La mission del progetto è quella di valutare l’attecchimento e l’adattabilità delle suddette selezioni su quattro differenti varietà di portinnesti, tipicamente utilizzati nell’areale produttivo pugliese, oltre che definire se queste cultivar abbiano o meno una maggiore capacità di tolleranza agli stress idrici e quindi alle minori disponibilità di acqua, problematica che pare accentuarsi sempre più negli ultimi anni.

“Nel corso di questi mesi - commenta il tecnologo del CREA Rocco Perniola - sono stati realizzati alcuni campi di trasferimento varietale in 4 aziende produttrici di uve da tavola, situate nelle principali aree pugliesi di coltivazione. Questa è stata la base per le valutazioni preliminari necessarie a individuare le varietà con un migliore adattamento alle condizioni pedoclimatiche testate, prima di identificare i possibili portinnesti da testare nei campi di trasferimento. In una seconda fase del progetto, ci si è dedicati alla realizzazione dei vigneti di valutazione con l’utilizzo di differenti portinnesti, in diversi contesti di disponibilità idrica”.

I campi sono stati realizzati utilizzando quattro varietà di portinnesti, con le due principali modalità utilizzate dai produttori di uva da tavola: l’innesto a tavolino e quello in campo.

I portinnesti utilizzati sono:

  • incrocio Vitis Berlandieri cv. Rasséguier n°2 x Vitis rupestris du Lot, denominato 140 Ruggeri (140Ru);

  • incrocio Vitis Berlandieri x Vitis rupestris, denominato 1103 Paulsen (1103 P);

  • incrocio Vitis Berlandieri cv. Rasséguier n°2" x "Vitis rupestris cv. Martin, denominato 110 Richter (110 R);

  • incrocio Vitis Berlandieri cv. Ecole x Vitis riparia, denominato 34 Ecole de Montpellier (34 EM).

Antonio Domenico Marsico del CREA di Turi ci ha invece fornito alcuni dati circa la capacità di attecchimento delle 36 varietà sui diversi portainnesti in fase di sperimentazione. La valutazione dell'attività realizzata in vivaio con gli innesti su barbatella radicata ha mostrato una risposta evidente in termini percentuali di attecchimento su tre (140 Ru, 1103 P, 110 R) dei quattro portinnesti utilizzati. Tra questi, il 1103 P vanta il dato maggiore in termini di attecchimento, con circa il 96%, mentre le altre 2 varietà di portainnesti oggetto di sperimentazione (140 Ru e 110R) hanno ottenuto rispettivamente il 74 e 75%. (Guarda istogramma in basso).

Percentuali di attecchimento delle 36 selezioni sui tre portinnesti 140 Ru, 110 R, 1103 P.

"Successivamente trasferite le piante in campo, sono state avviate le valutazioni inerenti l'adattabilità delle varietà alle condizioni pedoclimatiche ambientali. Per ogni combinazione d'innesto, saranno campionate le piante rappresentative, per ognuna delle quali saranno valutati i parametri vegeto-produttivi (numero di germogli presenti su ogni ceppo, numero di grappoli prodotti per ogni ceppo, peso di produzione e peso del legno di potatura invernale) e quindi calcolati i parametri produttivi di riferimento come l'indice di Ravaz e l'indice di fertilità delle gemme. Inoltre, le uve campionate saranno sottoposte ad analisi di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche qualitative, come peso medio acino, contenuto in zuccheri e acidi".

Sulle uve delle varietà oggetto di sperimentazione sono state quindi avviate le prove di frigoconservazione, per l'individuazione delle varietà che meglio tollerano gli effetti della frigoconservazione.

Con la stabilità produttiva dei vigneti, che si realizzerà già il prossimo anno, sarà quindi possibile avviare le prove di restrizione idrica controllata, in modo da individuare le varietà e le combinazioni d'innesto più resilienti con un ridotto apporto idrico.

Il progetto VALNUVAUT riunisce nel gruppo operativo il Consorzio Nuove Varietà Uva da Tavola (soggetto Capofila), le aziende e società agricole ERMES, Giacovelli, San Marco, Patera, Santa Rosa, Cassandro, oltre che l'Unione Regionale Pugliese della cooperazione, il Distretto Agroalimentare Regionale (DARe) e il CREA Viticoltura ed Enologia di Turi.

Per maggiori informazioni sul progetto VAL.Nu.Va.UT (Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 Puglia – Misura 16 – Sottomisura 16.1) contattare il responsabile tecnico scientifico dott. Rocco Perniola ([email protected]) o controllare la pagina Facebook dedicata cliccando qui.