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Mobilità sostenibile e filiera corta agro-alimentare: i primi risultati del progetto EnerNETMob

"Il settore ortofrutticolo italiano rappresenta uno dei segmenti più importanti e strategici dell'agricoltura italiana, con un contributo nel 2020 dell'8,3% al valore della produzione ai prezzi di base del settore agricolo. Importanza che è confermata anche dai risultati dell'indagine Focus Ortofrutta di Nomisma (2021) secondo cui il 90% degli italiani mangia ortofrutta quotidianamente". A dirlo è Antonino Galati, docente presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo e direttore scientifico del progetto EnerNETMob.

"Tuttavia, come emerge dai dati del citato 'Osservatorio focus ortofrutta' di Nomisma - prosegue il docente - la crescita del settore è ostacolata da un'evidente lacuna infrastrutturale che, inevitabilmente, influenza la logistica dei trasporti, che per l'85% avviene su strada. A ciò si aggiunge il rincaro dei carburanti, con costi complessivi che arrivano a incidere dal 30 al 35% sul totale delle spese per frutta e verdura".

Antonino Galati

"Nello specifico, in Italia il costo per chilometro dell'autotrasporto è pari a 0,43 euro - aggiunge Galati - nettamente superiore a quello sostenuto in Germania (0,30 euro per km) e Spagna (0,28 euro per km). Al problema dei costi economici si aggiunge quello legato all'impatto ambientale generato dal settore. Nel 2020, i trasporti sono stati responsabili di oltre un quarto delle emissioni totali di gas a effetto serra e, di questi, il trasporto su gomma ha prodotto più del 70% delle emissioni totali. Dati, questi, che evidenziano come l'inquinamento da trasporto rappresenti oggi una priorità globale, che può essere affrontata solo attraverso un approccio multi-stakeholder, in cui i governi assumono un ruolo centrale, al fine di garantire una maggiore sostenibilità della filiera".

"Nell'agroalimentare, diverse soluzioni sono state proposte al fine di garantire una maggiore sostenibilità della filiera - spiega ancora l'intervistato - tra cui la filiera corta, considerata un'alternativa sostenibile soprattutto rispetto alla filiera agroalimentare tradizionale. Tuttavia, nonostante le dimensioni di sostenibilità che caratterizza questa forma di distribuzione (maggiore qualità, freschezza, rapporto diretto con il produttore), alcune perplessità sono legate al riscaldamento (indispensabile in alcune zone) e proprio alla fase di trasporto, che vede l'impiego di mezzi altamente inquinanti utilizzati per trasportare il cibo dall'azienda ai mercati del contadino. Una possibile soluzione al problema dell'inquinamento da trasporti potrebbe essere l'adozione di veicoli elettrici, essendo più ecologici e sostenibili dei veicoli a combustione interna".

In questo scenario, si inserisce il progetto EnerNETMob "MeditErraNEan inteRregional electromobility NETworks for interMOdal and interurBan low carbon transport systems", finanziato nell'ambito del programma europeo InterregMed, di cui il Dipartimento Scienze Agrarie Alimentari e Forestali di Palermo (SAAF) sotto il coordinamento dei docenti Antonino Galati e Maria Crescimanno, nella sua qualità di project manager, è partner.

"Il progetto EnerNETMob - sottolinea il Galati - ha l'obiettivo di progettare, testare e migliorare piani di elettromobilità sostenibili nell'area Mediterranea, coinvolgendo 16 partner e 12 Paesi. In particolare, con l'azione pilota 3 del progetto è in atto la sperimentazione di un VAN elettrico, affidato a Rete Fattorie Sociali Sicilia, per la distribuzione di prodotti agro-alimentari dalle aree rurali alle zone urbane, lungo l'asse che collega i comuni di Troina ed Acireale. La fase di sperimentazione consentirà di valutare la fattibilità economica e soprattutto ambientale dell'introduzione di un veicolo elettrico per il trasporto di prodotti agro-alimentari".

Foto: Mezzo acquisito dal Dipartimento SAAF e affidato a Rete Fattorie Sociali Sicilia

L'attività di ricerca si è preliminarmente focalizzata sull'intenzione degli imprenditori siciliani che operano nella filiera corta agro-alimentare di adottare veicoli elettrici per la distribuzione dei prodotti ai mercati del contadino. L'indagine ha rivelato che gli imprenditori disposti a introdurre veicoli sostenibili nelle loro aziende sono quelli più sensibili alle problematiche ambientali. Tuttavia, tale intenzione è ostacolata da alcune barriere, riconducibili in particolare al costo di acquisto del veicolo, alla diffusione limitata di infrastrutture di ricarica nel territorio regionale, alla durata della batteria.

"In quest'ottica - conclude l'esperto - considerando che il principale limite all'adozione di veicoli elettrici è legato all'alto costo iniziale di acquisto e manutenzione del veicolo stesso, nell'ambito del progetto è stata investigata anche l'intenzione dei consumatori che frequentano i mercati del contadino nel Mezzogiorno d'Italia a pagare un premio di prezzo per arance trasportate con veicoli elettrici. I risultati dell'indagine hanno messo in luce che il 59% dei consumatori intervistati si è dimostrato disposto a pagare qualcosa in più rispetto al prezzo medio di acquisto di un kg di arance se trasportate con veicoli elettrici, premio che si è attestato mediamente a 0.26 euro/kg. Un dato, questo, che potrebbe rappresentare un incentivo per i produttori che partecipano ai mercati del contadino ad adottare sistemi di trasporto maggiormente sostenibili, rispondendo in questo modo alle aspettative di un numero crescente di consumatori sensibili agli aspetti della salubrità e della sostenibilità dei prodotti e dei processi. L'attività di ricerca condotta sia dal lato della domanda sia da quello del mondo della produzione fa emergere un concreto interesse dei due principali attori della filiera a introdurre sistemi di mobilità sostenibile, e in particolare veicoli elettrici, per il trasporto dei prodotti agricoli e ortofrutticoli in particolare, in un'ottica di sostenibilità globale della filiera".

Per maggiori informazioni:
Prof. Antonino Galati
[email protected]
https://enernetmob.interreg-med.eu/