Nell'ultimo periodo, in tutta la regione Lazio, i danni causati dai cinghiali e da altre specie di fauna selvatica sono incalcolabili. Gli agricoltori non riescono più a fronteggiare anche questo tipo di emergenza, oltre alle già note problematiche del caro gasolio, caro concimi e fertilizzanti, caro elettricità.
Foto: Fernando Monfeli, associato Aspal Lazio della provincia di Viterbo
"Chiediamo alla Regione Lazio di istituire un piano di abbattimento per il soprannumero di questa specie dannosa all'agricoltura e non solo, e fare in modo che questo piano sia operativo al più presto, perché non è sufficiente solo la caccia di selezione - dichiara Stefano Giammatteo, presidente Aspal Lazio - Inoltre la stessa Regione deve stanziare dei fondi, per risarcire i danni già subiti dagli agricoltori laziali, così come previsto dal regolamento".
Per valutare l'entità dei danni in ogni singolo territorio regionale, bisogna nominare dei periti, secondo Giammatteo. "Abbiamo riscontrato nella zona della provincia di Viterbo, numerosi danni subiti dalle coltivazioni di nocciole, e in generale in tutto il Lazio danni a vigneti, angurie, meloni, grano, girasoli, e in piccola parte anche ai kiwi. Stiamo assistendo alla devastazione delle nostre colture con danni incalcolabili: sono presenti cinghiali, daini, caprioli e istrici. Il nostro futuro resta gravemente compromesso da questi animali".
Foto: Fernando Monfeli, associato Aspal Lazio della provincia di Viterbo
Giammatteo sottolinea, inoltre, che "sarebbe necessario costruire recinzioni elettriche, che però hanno costi esagerati, considerando la grande quantità di ettari interessati. Soprattutto, c'è da tener conto dei costi di gestione di cui giornalmente questi recinti necessitano. Dobbiamo assistere alla distruzione del manto erboso, che fa da base per le nostre coltivazioni, e subire danni - senza rimedio - sui rami produttivi più giovani che hanno la funzione di produrre nocciole nei prossimi decenni".
Secondo il presidente Aspal Lazio, se le istituzioni non interverranno immediatamente, gli agricoltori subiranno altre perdite di reddito, oltre a quelle già dovute ai costi elevati di produzione e al crollo dei prezzi all'origine, imposti dalle grosse lobby commerciali.