In agosto, si sa, il clima è vacanziero: non tanto per il settore ortofrutticolo, ma per quello politico sì. Stupisce ancor di più quindi il fatto che in Gazzetta Ufficiale sia stato pubblicato il decreto del Ministero delle Politiche agricole per l'istituzione del Catasto Ortofrutticolo, con 5 milioni di euro di "dote".
Il deputato, ed ex sottosegretario all'agricoltura, Giuseppe Labbate, è intervenuto dando per certo l'avvio del Catasto ortofrutticolo. Se ne parla da anni e, di recente, era tornato nelle agende politiche nel 2018. Ma già l'anno scorso ci si chiedeva che fine avesse fatto (cfr. Freshplaza del 13/01/2021) e parlavamo dell'importanza che potesse avere per i diversi segmenti (cfr. Freshplaza del 8/03/2021).
"Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero delle Politiche Agricole - ha dichiarato ieri Labbate - il catasto frutticolo e olivicolo nazionale, che abbiamo voluto inserire nella Legge di Bilancio 2019 con uno stanziamento di 5 milioni di euro, diventerà presto realtà. Si tratta di uno strumento strategico per la gestione del potenziale produttivo italiano e, in particolare, di quelle colture che per gli elevati volumi di produzione e i calendari di maturazione ridotti o sovrapposti, generano periodiche crisi di mercato e indeboliscono sia la competitività del settore sia la posizione contrattuale dei produttori e delle loro organizzazioni”.
Sarà AGEA coordinamento a provvedere al primo impianto del catasto sulla base del SIPA (Sistema di Identificazione delle parcelle agricole), dei dati costitutivi del Sistema Integrato di Gestione e Controllo e del contenuto dei fascicoli aziendali degli organismi pagatori. L’integrazione e la validazione dei contenuti saranno in capo al produttore, attraverso specifici servizi messi a disposizione sul SIAN, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale, mentre l’aggiornamento è competenza degli organismi pagatori.
“Con il catasto, si potranno conoscere una serie di informazioni agronomiche – ha aggiunto – sull’impianto, sul tipo di utilizzo se prevalente o promiscuo, l’attitudine produttiva con l‘adesione a sistemi di qualità DOP e IGP o a sistemi volontari per le certificazioni, la presenza di impianti di irrigazione e di strutture di protezione e tutte le altre informazioni utili per la tracciabilità”.
“Conosceremo il potenziale produttivo nazionale e la sua precisa localizzazione, in modo tale da indirizzare in maniera appropriata le politiche di sostegno alla produzione e commercializzazione dei prodotti nazionali”, ha concluso.
Ora va verificato se si tratta di una speranza d'agosto o di qualcosa di tangibile che andrà a realizzarsi a breve. Da capire anche in che modo saranno spesi i 5 milioni di euro: raccogliere dati che in parte già esistono, costa così tanto?