"La campagna agrumi 2022/23 si profila con volumi che si attestano nella media della campagna precedente. Nello specifico, per il settore dell’industria dei derivati agrumari avremo volumi sottodimensionati nella misura di circa il 50%. Le quotazioni, come noto, si sono mantenute bassissime, nonostante i minori volumi immessi sul mercato e i rincari di ogni fattore produttivo. Prevedo una campagna 2022 disastrosa, considerato l'attuale inasprimento della situazione che vede in azione diverse criticità: minori volumi, prezzi modesti da anni e soprattutto costi energetici insostenibili, che stanno mettendo a rischio tutte le industrie italiane. Ritengo che, senza una soluzione politica organica che tuteli le aziende dalla speculazione delle società partecipate che vendono energia, ogni comparto industriale sia destinato a chiudere i battenti!". Questo il parere di Salvatore Imbesi, direttore della Ortogel, importante player internazionale del settore agrumicolo per la lavorazione di succhi di agrumi, provenienti esclusivamente da coltivazioni siciliane.
Ortogel è storicamente un'azienda che riesce a valorizzare la produzione di un’ampia varietà di derivati agrumari, arrivando sino al cliente finale con referenze di alta qualità da filiera siciliana. I suoi impianti tecnologici e le linee di lavorazione di alto livello, costantemente aggiornate di pari passo con la ricerca e le innovazioni per migliorare la qualità dei prodotti, consentono all'azienda di raggiungere con successo mercati italiani ed esteri.
“Per il segmento del fresco - spiega Salvatore Imbesi - le produzioni ottenute dai nuovi impianti di agrumi sono di buona qualità e pezzatura. I frutti, al netto delle minori rese e delle elevate temperature di maggio/giugno - che hanno provocato una cascola consistente - in questi giorni stanno beneficiando delle lente piogge giornaliere e della conseguente frescura. Fattori costanti che, per i primi venti giorni di agosto, hanno contribuito a rinvigorire le piante. Resta da fare i conti - dal prossimo autunno, a campagna inoltrata - con il potere di acquisto delle famiglie italiane, fortemente indebolito dall’inflazione, e con i fornitori esteri, che storicamente immettono sui mercati agrumi a prezzi competitivi rispetto al prodotto italiano".
"A proteggere le nostre produzioni - conclude Salvatore Imbesi - potrebbe servire l'avvio tanto auspicato del Catasto ortofrutticolo di cui si parla da anni e che, di recente, è tornato nell’agenda delle politiche agricole nazionali, nell’ottica anche di una protezione dei nostri agrumi. Con un catasto nazionale, finalmente conosceremmo esattamente i volumi che si producono in Italia e quanto prodotto arriva dall'estero. Ma potremmo stabilire al contempo un prezzo equo per le nostre produzioni esattamente come avviene, per esempio, in alcune filiere ben organizzate del nord Italia” (cfr. Freshplaza del 19/08/2022)
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