“Abbiamo studiato, prima in laboratorio e poi in campo, numerose possibili soluzioni contro la cimice asiatica. Dalle nostre prove è emerso che alcuni geo-materiali, impiegati in polvere, riducono in maniera considerevole la proliferazione dell’insetto e aiutano anche a contenere la maculatura”. Lo afferma Antonio Russo, ribadendo in questo modo alcuni concetti già emersi durante il convegno di Agri2000 a Imola (cfr. Freshplaza del 20/09/2022).
Risultati ottenuti presso un'azienda agricola: zolfo triventilato e diatomee hanno ridotto il danno al 15%
La polvere di diatomee, abbinata allo zolfo triventilato, ha portato in un’azienda a rilevare l'85% di frutti sani, contro il 43% del testimone. Circa i dosaggi e le strategie, la ricerca è tuttora in corso, ma i risultati sono chiari: mediante l'utilizzo di determinate combinazioni, si è arrivati a salvare gran parte della produzione. Risultati da approfondire anche con l’uso abbinato di polisolfuro con le polveri di diatomee.
“Credo che tale performance possa essere ancora migliorata - afferma il ricercatore Antonio Russo - Ma va sottolineato che in ogni azienda, l’agricoltore deve creare una propria strategia di difesa. Molto dipende anche dalle attrezzature che si hanno a disposizione, dal tipo di impolveratore, da dove si trova ubicata l’azienda stessa. Ed è importante integrare l’uso di geo-materiali con tutte le accortezze agronomiche già a nostra conoscenza. Il risultato fin qui ottenuto è paragonabile a quello dei trattamenti chimici, ma con un minor impatto sugli insetti antagonisti che svolgono un’azione di contenimento della popolazione di cimice e una riduzione dei residui sul prodotto finale”.
Risultati ottenuti presso una seconda azienda agricola: zolfo triventilato e diatomee hanno ridotto il danno al 5%
I geo-materiali testati sono stati numerosi. Poi sono stati scelti quelli che davano migliori risultati ed erano, allo stesso tempo, indicati per un uso sicuro in agricoltura, senza effetti collaterali sulle produzioni e sugli operatori, nel rispetto delle norme stabilite a livello comunitario.
In laboratorio, i ricercatori di Agri2000 hanno svolto numerose prove per testare possibili soluzioni e poi applicare in campo quelle più promettenti. “Quanto scaturito dal laboratorio - spiega la responsabile Elisa Marchetti, che si è occupata anche della produzione di oltre 22.000 individui di Trissolcus japonicus a supporto del progetto regionale di lotta biologica alla cimice asiatica - serve per dare indicazioni nelle successive prove in campo. Per segnare la strada da seguire, insomma, così da accorciare i tempi per il raggiungimento di risultati pratici”.
Camillo Gardini presidente di Agri2000
“Quelli finora ottenuti - commenta Camillo Gardini, presidente di Agri2000 - sono risultati concreti, pratici, che danno speranza alle aziende agricole colpite. Vi è stata un’impresa che l’anno prima aveva registrato un danno del 100%, mentre quest’anno, grazie a queste prove in campo, lo ha ridotto al 25%. Ma la ricerca deve andare avanti per migliorare ancora queste performance”.
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