Ritornano a salire i prezzi dei carburanti, in particolar modo quelli del diesel, sia per uso generico sia per uso agricolo. Rincari che preoccupano tutti i settori merceologi, e quindi anche quello primario, visto che nel nostro Paese l'85% delle merci viaggia su gomma per arrivare fin sugli scaffali dei supermercati.
Al momento, il prezzo medio nazionale per il diesel normale in modalità self-service è di 1,90 €/l, nonostante lo sconto previsto dal governo e in scadenza il prossimo 31 ottobre, mentre per la benzina si supera 1,70 euro al litro.
Un agrumicoltore della Basilicata, di ritorno dal suo consueto rifornimento, ci spiega al telefono: "Fino a due settimane fa, il gasolio agricolo costava 1,25 €/l. Oggi, invece (17 ottobre 2022, NdR) abbiamo toccato nuovamente 1,50 €/l e le attese per i prossimi giorni non promettono nulla di buono. Infatti, si potrebbe registrare una ulteriore impennata dei prezzi. Un aumento graduale che riporta così le tariffe tra le più alte dell'anno. Siamo ormai lontani e non più abituati ai prezzi di inizio 2021, quando un litro di gasolio agricolo lo pagavamo 0,65-0,70".
Il caro-carburante si somma a tutti gli altri rincari che famiglie e imprese da mesi stanno affrontando. "Per chi, come me, produce agrumi, avere questi prezzi diventa insostenibile - continua l'agricoltore - Le operazioni da svolgere in campo sono ancora diverse e pertanto saremo costretti a consumare notevoli quantità di gasolio, acquistate tra l'altro a prezzi elevati, prima di poter sperare di vendere i frutti e incamerare un po' di entrate economiche. Stiamo trattando contro la mosca della frutta e a breve cominceremo la raccolta, periodo dell'anno durante il quale utilizziamo parecchio carburante. Abbiamo timore che le quotazioni in campagna siamo troppe basse e che non ci consentano di coprire i costi di produzione".