"La campagna delle cime di rapa è cominciata da oltre venti giorni: l'avvio non è stato brillante, con una richiesta poco entusiasmante, ma ora siamo completamente fermi con le vendite, anche perché non ci sono consumi". Questa la dichiarazione di Antonio Falanga, un commerciante napoletano di questo articolo.
"Le elevate temperature stagionali, oltre a comportare in una prima fase qualche problema qualitativo del prodotto, stanno rallentando i consumi; anche perché la cima di rapa si consuma maggiormente quando fa freddo. Sicuramente, la difficile situazione economica che stiamo vivendo incide negativamente sui consumi".
Non mancano altre criticità a peggiorare la situazione. Falanga dice: "Oltre alla riduzione generale dei consumi e alle elevate temperature stagionali, ci troviamo a dover fare i conti con la carenza di manodopera, lo scarso rendimento in campagna, gli elevati costi di produzione. Quest'anno, infatti, ho limitato l'acquisto a blocco di cime di rapa in campagna, perché molto spesso sono stato costretto a fare i conti con una cattiva gestione colturale del prodotto, dato che gli imprenditori agricoli la considerano una referenza di completamento e di basso reddito, per cui non sostengono tutte le cure del caso, che si riservano invece ad altre produzioni agricole. I produttori devono invece comprendere che la cima di rapa è una referenza che deve essere seguita allo stesso modo delle altre; solo così c'è possibilità di vendita e di marginalità, altrimenti continuerà ad accadere che alcuni appezzamenti vengano fresati perché invenduti".
"Prevedere le sorti della campagna rimane comunque difficile, soprattutto se le condizioni climatiche non tenderanno presto al freddo".