All'inizio di ottobre Tim O'Malley, amministratore delegato di Nationwide Produce ha lanciato un avvertimento: "Non sottovalutare la siccità". A supportare tale raccomandazione, secondo O’Malley, le statistiche sulla stagione di crescita del 2022.
"Prendiamo ad esempio la cipolla, una coltura che mi sta molto a cuore e su cui ho degli interessi. Coltiviamo 222 ettari di cipolle nell'East Anglia. Classifichiamo e confezioniamo circa 1.000 tonnellate di bulbi a settimana presso il nostro impianto di confezionamento nel Lincolnshire, in joint-venture con i nostri partner AH Worth. Sono anche membro del Comitato da lungo tempo, direttore ed ex presidente della BOPA – British Onion Producers Association".
"Alcuni anni fa, BOPA era preoccupata per l'accuratezza delle statistiche annuali sulla produzione di cipolle nel Regno Unito. Ai coltivatori veniva chiesto di inviare la loro superficie e le rese ma se chiedi a un coltivatore, non devi sorprenderti se i dati che ti comunicherà non saranno positivi. Pertanto, abbiamo escogitato un piano per chiedere a tutte le aziende sementiere i dettagli delle loro vendite nel Regno Unito. La loro preoccupazione principale era la riservatezza, quindi abbiamo affrontato la questione chiedendo loro di inviare i risultati a un dottore commercialista, il quale garantiva per iscritto che ogni informazione da loro fornita sarebbe stata trattata con la massima discrezione. Inoltre, il commercialista avrebbe compilato le statistiche e le aziende sementiere avrebbero ricevuto una copia dei risultati che sono utili anche a loro. Vincono tutti!".
"Pertanto, le statistiche pubblicate da BOPA sulla stima previsione del raccolto di cipolle nel Regno Unito, sono prodotte utilizzando un metodo estremamente accurato".
"Il dato più importante è che il Regno Unito risulta in calo di 100mila tonnellate. Una quantità molto elevata. Solitamente, come nazione, coltiviamo circa 450mila tonnellate e ne consumiamo circa 800mila. Importiamo cipolle da tutto il mondo, essendo un prodotto veramente globale, ma la maggior parte del deficit produttivo riguarda i Paesi Bassi e la Spagna. La causa non è solo la siccità. Parte del problema è una riduzione dell'8,5% delle piantagioni. Quasi tutti i principali Paesi europei che coltivano cipolle hanno ridotto le piantagioni. Perché? I coltivatori abbandonano la verdura e passano a colture più redditizie, meno rischiose e meno impegnative, come i cereali".
"Inoltre, per i coltivatori dell'Europa settentrionale, le cipolle sono una coltura ad alto fabbisogno energetico. Fondamentalmente riscaldiamo i nostri magazzini di cipolle per portare la temperatura fino a circa 27°C, così da renderle croccanti. Poi abbassiamo lentamente fino a raggiungere la temperatura ambiente. E poi, se decidiamo di conservare le cipolle per le vendite dell’anno successivo, accendiamo i refrigeratori e abbassiamo la temperatura del magazzino a circa 0,5°C, più o meno in questo periodo, a metà/fine novembre. Tutto questo richiede molta energia".
"In Germania c'è un'organizzazione di ricerche di mercato chiamata AMI che compila le statistiche per tutti i principali Paesi produttori di cipolle in Europa. I due maggiori produttori stanno registrando un deciso calo dei volumi, in parte per la riduzione delle piantagioni, ma principalmente a causa della siccità. In Spagna si stima un calo da 1.567 a 1.198 milioni di tonnellate, nei Paesi Bassi da 1.768 a 1.494 milioni di tonnellate. Complessivamente, il raccolto europeo di questa stagione è stimato in calo del 13,4%, da 7.293 a 6.314 milioni di tonnellate. Il dato principale è che, complessivamente, l'Europa perde un milione di tonnellate".
"Se un prodotto risulta in calo di un paio di punti percentuali, questo può avere un forte impatto sul prezzo e sulla disponibilità. Un calo stimato di un milione di tonnellate o del 13,4% in tutta Europa, è una riduzione pesante. Oltre a questo, in questa stagione c'è un grave problema in tutta Europa con il Fusarium, una malattia fungina. Per le cipolle si manifesta con marciume radicale e, ancora una volta, la responsabile è la siccità che causa stress alla pianta con conseguente presenza di Fusarium".
"Il prezzo spot delle cipolle nel Regno Unito è attualmente quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Sembra la risposta a tutte le nostre preghiere, ma la maggior parte dei bulbi coltivati nel Regno Unito viene venduta ai retailer del Regno Unito su contratto. E diciamo che i retailer non offrono un aumento del prezzo del 100%, neanche lontanamente".
"Mi spiace di far la parte del profeta di sventura, ma purtroppo l’esempio di un solo raccolto mette in luce le sfide, non solo dell'iperinflazione ma anche dell'impatto della siccità, che i nostri coltivatori devono attualmente affrontare".
Per maggiori informazioni:
Tim O'Malley
Amministratore delegato - Nationwide Produce
Direttore – British Onions Producer Association
BOPA – British Onion Producers Association
+44 (0)1507 353788
[email protected]
www.britishonions.co.uk