Tempi duri per le imprese agricole sotto il profilo delle spese energetiche ma, almeno per quanto riguarda i costi della corrente elettrica, qualcosa è possibile risparmiare con i dovuti investimenti che peraltro sono previsti dalla "transizione ecologica" e, quindi, supportati da finanziamenti pubblici.
In agricoltura, ancora una volta, fare rete e stare insieme è la migliore soluzione per superare le crisi, come quella attuale. Ne abbiamo parlato con alcuni attori del comparto agricolo, ma soprattutto con i ricercatori ENEA, i quali ci hanno parlato della Rete nazionale per l'agrivoltaico sostenibile, lanciata proprio dall'ENEA nel maggio 2021 al fine di promuovere la definizione di un quadro normativo di settore, di strumenti di supporto ai decisori e di linee guida per realizzare impianti che consentano di produrre energia elettrica da fotovoltaico e, allo stesso tempo, di coltivare i terreni.
Per comprendere quanto sia conveniente installare un impianto agrivoltaico per un'impresa agricola che produce, per esempio, pomodori da mensa in pieno campo, dobbiamo prima conoscere i consumi dell'acqua irrigua. A rispondere a questa prima domanda è l'agronomo Biagio Iemmulo, esperto in coltivazioni fuorisuolo negli areali siciliani.
"Diciamo che il consumo di acqua irrigua per una coltivazione è suscettibile ai fattori climatici e ambientali, perché un'annata non è mai uguale all'altra e presenta esigenze irrigue specifiche - ha risposto Iemmulo (qui in foto) - Tuttavia, una media approssimativa è quella di 20 mc di acqua per ettaro al giorno, per circa 150 giorni irrigui l'anno, per un totale di 4000 mc totali all'incirca. Poi è l'andamento climatico a fornirci le variabili reali e su cui impostare la gestione in campo. L'altro dato è certamente relativo al tipo di suolo: se sabbioso, siamo in linea con il fuorisuolo, se a impasto medio certamente assorbirà di meno. Ma, ripeto, il dato è molto approssimativo e stimato un po' in difetto".
La domanda successiva va, come accennato, a Nicola Colonna (nella foto accanto), ricercatore della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell'ENEA, cui abbiamo chiesto: quanti sarebbero i costi di sollevamento di detta quantità d'acqua e quanto si risparmia con l'agrivoltaico? D'altra parte, è di grande soddisfazione osservare come la ricerca scientifica italiana sappia addentrarsi negli argomenti pratici anche del comparto agricolo, sfatando il falso mito che molti studi restino solo fine a se stessi.
"Nella coltura del pomodoro in pieno campo, la parziale copertura operata dai pannelli FV, ombreggiando le piante e il terreno - ha risposto Colonna - determina una minore evapotraspirazione e quindi riduce le esigenze idriche della coltura. Inoltre, l'energia prodotta può essere impiegata per alimentare le pompe dell'irrigazione, generando un risparmio di combustibile o di energia elettrica di origine fossile. I benefici potenziali dell'integrazione tra FV (fotovoltaico) e coltivazioni dipendono da fattori quali la densità dell'impianto, che influenza la luce che raggiunge la coltura sottostante, ma anche la tipologia di impianto. Ad esempio, in un impianto FV con tracker nel quale i pannelli FV si muovono inseguendo il sole, questi possono essere gestiti in modo da massimizzare i benefici per le colture in determinate ore del giorno o nei giorni in cui l'alta temperatura e la intensa radiazione solare potrebbero provocare stress idrici alla coltura stessa".
La rete, coordinata dall'ENEA, riunisce istituzioni pubbliche, imprese, associazioni di categoria, mondo della ricerca e società civile, con l'obiettivo di favorire la diffusione di conoscenze e promuovere le eccellenze italiane nei settori delle nuove tecnologie per l'energia rinnovabile, dell'agricoltura e del paesaggio, evidenziando il ruolo chiave di questi sistemi nella lotta al cambiamento climatico.
Ultima, ma non meno importante, domanda va ad Alessandra Scognamiglio (qui in foto), ricercatrice del Laboratorio ENEA Dispositivi innovativi presso il Centro Ricerche di Portici, coordinatrice della task force "AgrivoltaicoSostenibile@ENEA" e Presidente dell'Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile: Qual è la dimensione del progetto ENEA e quali gli investimenti messi in campo? "Per lo sviluppo dell'agrivoltaico - ha risposto la ricercatrice - il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza ha previsto un investimento di 1,1 miliardi di euro per installare una capacità produttiva pari a 1,04 GW in grado di produrre circa 1.300 GWh annui, con una riduzione delle emissioni di gas serra pari a circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2 e dei costi di approvvigionamento energetico". Per questo auspichiamo che il quadro normativo divenga sempre più chiaro e sintetico e si consolidi in maniera definitiva.
La task force multidisciplinare AgrivoltaicoSostenibile@ENEA è nata con l'obiettivo di favorire conoscenze e buone pratiche per implementare soluzioni sostenibili".
L'agrivoltaico sostenibile è stato anche tra i temi portanti della World Conference on Photovoltaic Energy Conversion (WCPEC), la più importante conferenza internazionale sul fotovoltaico guidata dall'ENEA, con la ricercatrice Alessandra Scognamiglio nel ruolo di General Chair. Nell'ambito dell'evento sono stati anche premiati i progetti vincitori del concorso internazionale "L'agrivoltaico per l'Arca di Noè" per la progettazione del miglior giardino agrivoltaico.
Per maggiori informazioni:
ENEA
Alessandra Scognamiglio,
Coordinatrice
Task Force Agrivoltaico Sostenibile
[email protected]