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Centro Laimburg di Bolzano

Promettenti sperimentazioni mediante biofiltro per il riciclo delle acque contaminate

Qual è il destino delle acque di lavaggio, una volta utilizzate su macchine agricole come irroratrici o atomizzatori? Attualmente, solo poche aziende sono attrezzate con serbatoi per la raccolta di queste acque, che devono poi essere smaltite o depurate.

A Bolzano, il Centro di Sperimentazione Laimburg sta valutando alcuni sistemi di trattamento di queste acque mediante biofiltro. Si tratta praticamente di lasciar filtrare le acque attraverso un materiale costituito da biomassa, come ad esempio torba, terriccio o paglia.

Questo materiale viene impilato in una torre di due o tre cassoni, con altri contenitori affiancati, su cui possono essere fatte crescere delle piante o della vegetazione, per incrementare il processo di depurazione del liquido.

Video e schema illustrativo di un biofiltro. Il cassone 1 è quello destinato ad accogliere le acque da depurare, le quali filtrano attraverso la biomassa e vengono elaborate dai microorganismi presenti nel materiale contenuto nei cassoni seguenti (2, 3 e 4). Si noti la presenza di vegetazione sui cassoni 3 e 4, quale coadiuvante il processo di depurazione.

Il centro di ricerca, sin dal 2017, ha sperimentato due diversi prototipi: l'idea era quella di utilizzare i materiali vegetali già reperibili all'interno delle aziende agricole per riempire il biofiltro. A seguito tuttavia di alcune criticità nella tenuta fisica dei cassoni, si è passati a un secondo prototipo, costituito da intermediate bulk containers (IBC), più leggeri, resistenti e durevoli. Quelli attualmente impiegati per la sperimentazione sono già al lavoro da 3 anni. Un biofiltro ben costruito può rimanere attivo per ben 8 anni.

La ricercatrice Martina Bonadio ci ha illustrato il funzionamento del biofiltro presso il visitatissimo stand del Centro Laimburg alla fiera Interpoma 2022.

Entrambi i prototipi sono stati dimensionati per il trattamento di circa 6000-8000 litri di acqua potenzialmente contaminata all'anno. Per sette mesi sono stati sversati in questi biofiltri circa 30 o 40 litri al giorno, partendo dal cassone collocato più in alto. Percolando da un cassone all'altro, e grazie all'azione delle sostanze organiche attive costituite dai microrganismi presenti nella biomassa, il contenuto dei contaminanti nell'acqua si riduce fino a consentire un riutilizzo - ad esempio per necessità irrigue - del liquido biofiltrato.

Acqua a diversi stadi di depurazione mediante biofiltro.

Le sperimentazioni proseguono presso il centro Laimburg, dove si sta già lavorando a un impianto di tipo chimico-fisico che consentirebbe di trattare volumi maggiori di acque contaminate (anche fino a 400 litri in cicli di 3 ore). Quest'ultima soluzione è più idonea a realtà consortili, mentre il biofiltro classico va bene anche per la singola azienda agricola.

La ricercatrice Martina Bonadio ci riferisce: "Il biofiltro è già una realtà consolidata nel Nord Europa e in alcune realtà del Trentino-Alto Adige, ma siamo comunque in attesa del PAN-Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari perché tale soluzione venga acquisita e implementata più largamente".