E' stata un'annata ottima dal punto di vista produttivo per castagne e marroni. Il mercato, quest'anno, ha potuto contare su una produzione molto vicina alle 50.000 tonnellate, ottenute su una superficie di circa 35.000 ettari: un dato che sarà aggiornato quando saranno disponibili quelli del recente Censimento dell'agricoltura.
Per fare il punto della situazione, il Centro studi e documentazione del castagno (CSDC presieduto da Elvio Bellini) organizza per il 3 dicembre dalle ore 9 la XVII edizione del convegno, dal titolo "Dalla Produzione al Consumo" (clicca qui per la locandina) che si terrà, in presenza, al Teatro degli Animosi in viale della Repubblica 3, a Marradi, (Firenze).
"La produzione delle castagne e dei marroni - afferma luciano Trentini, vice presidente del CSDC - trova la massima diffusione nella Regione Campania che, da sola, rappresenta oltre il 40% dell'intera produzione nazionale. Segue la Calabria con il 20%, il Lazio con il 12%, poi la Toscana, il Piemonte e l'Emilia-Romagna. Un'annata che ha avuto un andamento climatico piuttosto anomalo, caratterizzato da una bassa piovosità e da temperature molto elevate che si presumeva potessero avere ripercussioni negative sulla produttività, nonostante la buona fioritura e allegagione".
E aggiunge: "Per il castagneto tradizionale dell'Appennino Tosco Romagnolo, le previsioni produttive di settembre (Eurocastanea 2022) sembravano non essere del tutto positive, invece le piogge di fine settembre sono state sufficienti per migliorare le pezzature e garantire produzioni unitarie elevate, oltre le aspettative".
I notevoli quantitativi di castagne e marroni disponibili e le elevate temperature dei mesi autunnali non hanno favorito i consumi e, insieme alle minori disponibilità economiche dei consumatori, sono stati fattori che hanno inciso negativamente sulle quantità acquistate, che sono diminuite nonostante l'aumentato gradimento delle famiglie italiane per questo prodotto".
Tutto ciò ha inciso sui prezzi di mercato che sono diminuiti e sono stati mediamente più bassi del 20-30%, o più, a seconda dei calibri. "Sotto il profilo fitosanitario, i castanicoltori possono ritenersi soddisfatti, poca Gnomoniopsis alla raccolta, poco Cinipide, mentre la presenza di bacato sembra essere stata significativa".
Per maggiori informazioni
CSDC Centro di Studio
e Documentazione sul Castagno
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