Si annuncia un 2023 promettente, per la Carota Novella di Ispica a marchio di indicazione geografica protetta (IGP). A differenza dell'anno scorso, l'ortaggio fa registrare un ottimo andamento in campo, dopo una semina conclusasi in maniera regolare.
"Il ciclo delle semine si è concluso con successo e senza alcun intoppo, quest'anno -ha detto Massimo Pavan, presidente del Consorzio della Carota Novella di Ispica Igp - Le fasi successive sono state accompagnate da precipitazioni perfettamente compatibili con l'accrescimento delle piante in tutte le zone ricadenti nella produzione a marchio. Le attuali prospettive agronomiche sono, dunque, più che buone".
Massimo Pavan
"Chioggia e Fiumicino, gli altri due areali di produzione importanti per la carota italiana - ha proseguito il presidente - hanno iniziato le raccolte con buoni prezzi, intorno a 30/34 centesimi di euro al kg (quotazioni alla produzione), grazie a una discreta mancanza di merce e a consumi regolari. L'estero, infatti, al momento non fa segnare produzioni abbondanti, diversamente dall'anno scorso, a causa dell'eccessivo caldo estivo che non ha favorito l'andamento in campo e, pertanto, non ci impensierisce".
"Le prospettive generali sono buone - ha anticipato Pavan - nonostante le prime raccolte siano ancora abbastanza lontane. Anche se, per comprendere meglio come si svilupperà il mercato europeo, bisognerà tenere d'occhio le produzioni spagnole, greche e portoghesi, in termini di superfici. Tutti gli areali del continente escono da un 2022 disastroso e pertanto dovremo confrontarci sui nuovi numeri con i nostri competitors, fermo restando che la nostra è una carota a marchio Igp e che, per questo, gode di un valore aggiunto non indifferente".
"Quel che caratterizza l'attuale campagna - ha sottolineato l'esperto - è la difficoltà nello stabilire i prezzi di produzione che, con gli aumenti in continuo stato di definizione, sono non semplici da calcolare e certamente impossibili da quantificare in anticipo, come vorrebbe una corretta gestione aziendale. Tuttavia, da buoni produttori agricoli, ben lontani dall'essere abituati a poter contare su rischi d'impresa preventivati, ci affidiamo all'ottima produzione siciliana che ci lascia la speranza di affrontare una campagna dagli altrettanto ottimi risvolti commerciali. Ed è per questo che siamo fiduciosi di riuscire a compensare i maggiori costi alla produzione".
"A proposito di rischio d'impresa - conclude pragmaticamente il presidente Pavan - nel nostro mestiere resta sempre la costante dell'incertezza, perché le coltivazioni sono assoggettate alle intemperie e, con un clima profondamente cambiato negli ultimi anni, i pericoli si sono moltiplicati. Si parla tanto di garantire la sicurezza alimentare, eppure non esistono tutele per chi il cibo lo produce solo grazie a investimenti e anticipi di capitali aziendali propri, in assenza di tutele concrete".
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Massimo Pavan
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