Il clou della produzione per il clementine Comune si registra proprio in queste settimane, ma negli ultimi giorni, sul fronte commerciale, le criticità sembrano aumentare invece che diminuire, a causa dei prezzi troppo bassi.
"Da circa una settimana, le quotazioni sono scese ulteriormente. Ora, noi agricoltori dobbiamo scegliere se vendere i nostri frutti a 0,20 €/kg sulla pianta (rispetto ai 0,45-50 €/kg di metà novembre) oppure a 0,35 €/kg inclusa la raccolta. In entrambi i casi, si va ugualmente in perdita, poiché, oltre ai costi di manodopera, vanno sottratti quelli delle provvigioni e del trasporto", cosi esordisce un produttore di Massafra, che però preferisce rimanere anonimo.
E aggiunge: "È impensabile vendere al di sotto dei costi di produzione, che sono stimati, durante una stagione normale, intorno ai 0,35 €/kg. Per ora ho deciso di fermare la raccolta, perché non voglio rimetterci altri soldi. Una decisione che mai avrei pensato di prendere a ridosso delle festività natalizie, quando generalmente si spuntano quotazioni più alte del solito".
Le motivazioni degli ulteriori deprezzamenti sembrano essere legate al peggioramento qualitativo dei frutti, dovuto all'andamento climatico sfavorevole in alcune zone di produzione. "Al momento – riprende l'imprenditore pugliese - è facile trovare sui bancali clementine danneggiate dalle abbondanti precipitazioni degli ultimi giorni e dall'elevato tasso di umidità. Sebbene tale problematica (definita water spot/ macchia dell'acqua) ancora non riguardi l'areale del Golfo di Taranto, il quale vanta un calendario di maturazione leggermente diverso rispetto alle zone della Basilicata e della Calabria, genera comunque confusione commerciale e territoriale".
"Molte partite di agrumi tarantini non hanno ancora raggiunto il loro viraggio ideale, in quanto nelle scorse settimane sono stati effettuati dei trattamenti di contenimento per ritardare la maturazione e quindi per preservare la buccia dalle alterazioni. Tuttavia, se le condizioni meteo dovessero risultare peggiori anche per i prossimi giorni, solo allora potremmo registrare una prima e preoccupante perdita quali-quantitativa anche nei nostri areali. Ora, però, questo non si sta verificando, eppure non si spiega perché prezzi di vendita risultino così ridicoli e fuori dal normale".