L'industria agrumicola egiziana ha subito forti ripercussioni dalla guerra tra Ucraina e Russia. Dopo aver parlato con gli esportatori di agrumi, è emerso chiaramente che ci siano state delle conseguenze immediate, come una situazione logistica preoccupante nell’esportare in Russia, oltre alla mancata sicurezza di ricevere i pagamenti, sempre che le spedizioni riescano ad arrivare a destinazione.
"L'industria ortofrutticola ha già dovuto affrontare diverse sfide prima dell'inizio della guerra russo-ucraina. Sin dallo scoppio della pandemia, nel 2020, ha dovuto far fronte soprattutto a delle sfide logistiche come la carenza di container, l'aumento dei costi di spedizione e il ritardo nelle consegne. Tutto questo ha ancora oggi un impatto sul settore", ha spiegato un commerciante egiziano di agrumi. "Adesso, a causa della guerra, le cose sono peggiorate ulteriormente e i piani di crescita per aziende come la nostra sono diventati un sogno irrealizzabile e le ricadute economiche si sono allargate a tutto il Paese. Considerando il fatto che la Russia è il più grande importatore di agrumi egiziani, con un valore approssimativo di 200 milioni di dollari, e che sia la Russia che l'Ucraina assorbono quasi il 20% della nostra produzione, è facile immaginare la gravità l'impatto".
Ci sono molte incertezze quando si esportano prodotti in Russia o in Ucraina, afferma un altro esportatore di agrumi. "Con lo scoppio della guerra e le sanzioni internazionali imposte alla Russia, spedire frutta e verdura in Russia o in Ucraina è diventato rischioso per noi. Questo è vero per la maggior parte degli esportatori. Metti il tuo carico in mare e non sei sicuro se raggiungerà o meno la sua destinazione. E anche se sei fortunato e le cose vanno bene fino alla consegna, c'è il rischio di non ricevere i pagamenti, che non sono sempre garantiti a causa delle restrizioni sul sistema finanziario russo. I costi di spedizione e assicurazione sono nuovamente aumentati, il che significa che le merci a volte sono troppo costose per lasciare un margine di profitto".
Per quanto impegnativa sarà la stagione agrumicola per i commercianti egiziani di agrumi, altri Paesi potrebbero trarne vantaggio, come la Turchia: "La concorrenza degli agrumi egiziani con quelli marocchini e turchi è orami datata e tutti cercano di migliorare la qualità e ridurre i costi, in quanto questi sono i principali strumenti concorrenziali. Credo però che la nostra arancia abbia i suoi estimatori e consumatori che difficilmente la sostituirebbero con arance di altra origine. Tuttavia, gli agrumi turchi trarranno il maggior vantaggio dalla situazione in Ucraina. I prodotti turchi saranno in grado di colmare la carenza di fornitura di frutta fresca in Russia e Ucraina, grazie a fattori sia geografici che politici".
Una soluzione alle sfide sarà esportare i prodotti in diversi mercati. Gli esportatori egiziani di agrumi sono fortunati in tal senso, poiché diversi mercati hanno consentito l’accesso ai prodotti egiziani. "Sebbene la guerra costituisca una sfida difficile e immediata, l'Egitto può attenuare l’impatto sulle esportazioni di agrumi nel breve periodo, attraverso un'attenta politica fiscale e gli sforzi assertivi nel lavoro di acquisizione, in collaborazione con altri partner che sono anche grandi consumatori di questi prodotti. Ci sono diverse opzioni per gli agrumi egiziani: si sta aprendo un numero importante di nuovi e promettenti mercati come Brasile, Filippine, Giappone, Canada, e forse Nuova Zelanda e Corea del Sud".