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I frutticoltori belgi si battono per ottenere prezzi migliori dai supermercati

"Se continua così, tra un anno o due non ci saranno più pomacee olandesi o belghe"

Nei giorni scorsi, Cepifruit e Fruit Growers Action Group sono scesi in piazza in Belgio per protestare contro i prezzi troppo bassi che pagano i supermercati ai frutticoltori per i loro prodotti. I manifestanti hanno formato una colonna di trattori dal villaggio di Glons all'ufficio di Comeos ad Auderghem, vicino a Bruxelles.

Comeos è un'organizzazione che rappresenta il commercio e i servizi belgi. "Nessuno può vivere con questi prezzi. Con quello che ci pagano ora i supermercati, non possiamo nemmeno coprire i costi. Questo deve cambiare", dice il coltivatore e rappresentante della Fairebel, Xavier Laduron, che si è unito alla protesta.


Twitter ROBtv

Nella tarda mattinata del 5 febbraio sono arrivati alla Comeos circa 40 trattori. "I profitti devono essere distribuiti equamente. I supermercati acquistano la frutta da noi a un prezzo molto basso e la vendono a prezzi alti. I loro margini di profitto dovrebbero consentire un prezzo equo per i produttori, senza che siano i consumatori a pagare di più. Il nostro obiettivo non è quindi far pagare di più i consumatori, noi vogliono una quota maggiore dei profitti". Quando la colonna è arrivata e si è messa in fila, organizzatori e frutticoltori hanno tenuto dei discorsi, chiarendo le loro richieste.

Xavier considera la protesta un successo. "L'atmosfera è stata tranquilla e c'è stata una buona partecipazione, il che ha chiarito quanto sia importante questo problema per i coltivatori", dice Xavier, sottolineando che si è trattato di una manifestazione pacifica. "Non c'era ostilità. Tutto quello che volevamo fare era dialogare. È giunto il momento di svegliarsi perché, altrimenti, non ha senso andare avanti. Tra un anno o due, potrebbero non esserci più mele e pere coltivate nei Paesi Bassi o in Belgio".


Xavier Laduron

"Vogliamo avere uno scambio costruttivo con Comeos per trovare insieme delle soluzioni. Se non troveranno tempo per noi, significa che non l’avranno nemmeno per le mele. Le cose semplicemente non possono andare avanti così", spiega Xavier. Dopo i dibattiti, la colonna dei trattori si è diretta verso i supermercati per sensibilizzare i clienti e le stesse catene di vendita, sull'urgenza della situazione. "Vogliamo coinvolgere anche i consumatori, per spiegare perché stiamo facendo quello che stiamo facendo e perché siamo lì. Devono essere collaborativi. Ecco perché ci piace interagire con le persone per renderle consapevoli della situazione e di ciò che è necessario".

"Le mele Pink Lady si vendono a 4 euro all'estero. Perché le Jonagold sono considerate inferiori alle Pink Lady? La gente spesso dice: 'È diversa. È una Pink Lady'. Tuttavia, Jonagold è ancora la varietà più conosciuta e più venduta in Belgio. Noi otteniamo circa 0,40 euro per un chilogrammo di mele, poi quel chilogrammo viene venduto a 2 euro. Per coprire i costi, dovremmo ottenere almeno 1 euro. La distribuzione deve essere più equa e veloce, perché altrimenti potrebbe essere la fine per i produttori, e per le pomacee belghe", conclude Xavier.

Il sindacato belga degli agricoltori ha svolto una ricerca e ha scoperto che la differenza tra ciò che il pubblico paga per la frutta e ciò che ottengono i coltivatori "è troppo ampia"

"Se vogliamo preservare la nostra produzione di frutta locale, non dobbiamo dare ai nostri frutticoltori l’elemosina, ma dei prezzi equi. Devono ottenere prezzi più alti in modo da poter continuare a guadagnarsi da vivere. Lavorano duramente ogni giorno per produrre localmente frutta deliziosa, sana e sostenibile", afferma il sindacato sul suo sito web, mettendo in risalto la differenza di prezzo.

Per maggiori informazioni:
Xavier Laduron
Fairebel
+32 (0) 804 47 726
[email protected]   
www.fairebel.be

Data di pubblicazione: