“L’agricoltura deve fare percepire il proprio valore alla società e trasformare il proprio rapporto con l’opinione pubblica: ne va del futuro del settore”. E' chiara la posizione dell’eurodeputato e relatore del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche, Paolo De Castro, intervenuto al 20° Forum di Cdo Agroalimentare la scorsa settimana Milano Marittima (Ravenna).
Paolo De Castro al Forum 2023
“La figura dell’agricoltore non è mai stata osteggiata come oggi: uno scenario frutto, in parte, anche di un’inedita pressione sulle istituzioni europee da parte del mondo ambientalista e animalista che distorce la percezione che la popolazione ha del primo settore. Basti pensare al tema degli agrofarmaci: secondo l’opinione pubblica la situazione è in costante peggioramento quando, dati alla mano, l’utilizzo di principi attivi per la difesa delle colture non è mai stato così basso".
Gli agricoltori, in realtà, sono pronti a sostenere la transizione ecologica, ma occorrono strumenti per supportare questo percorso: negli Stati Uniti sono stati messi a disposizione 20 miliardi di dollari per sostenere i produttori.
Camillo Gardini (presidente Cdo Agroalimentare) e Paolo De Castro
"L’Europa, al contrario - ha precisato De Castro - ha fissato un obiettivo molto alto senza porsi il problema degli strumenti per centrarlo e, al contrario, adottando un atteggiamento punitivo: il 50% di riduzione di utilizzo degli agrofarmaci, che per l’Italia si traduce in un 62% in meno, può anche essere raggiungibile ma si devono dotare gli agricoltori di tutti i supporti necessari. Perché senza agricoltori non può esserci transizione ecologica”.
Eppure l’Europa è il leader mondiale sul fronte dell’export agroalimentare: “Un settore che vale oltre 200 miliardi di euro, ben superiore ai 150 miliardi degli Stati Uniti, con un saldo attivo rispetto alle importazioni di più di 70 miliardi. L’Europa è il più grande player agroalimentare del mondo. Un risultato che senza gli agricoltori non si può raggiungere”.
Paolo De Castro
Spazio anche al nuovo Regolamento europeo sulle Indicazioni Geografiche: “Il nostro obiettivo è dotare l’Europa del nuovo regolamento comunitario sulle indicazioni geografiche entro ottobre. Uno strumento essenziale per un comparto che vale 80 miliardi in Europa e 20 in Italia e che ha permesso la rinascita di territori che, nel recente passato, erano in fase di progressivo abbandono".
"Le indicazioni geografiche sono strumenti importanti che creano lavoro e ricchezza: un sistema che va sostenuto potenziando lo strumento dei consorzi di tutela, difendendo le indicazioni anche fuori dall’Europa con regole chiare e rigide, e abbattendo la burocrazia semplificando percorsi, come quelli dei disciplinari di produzione, che possono richiedere anni per una semplice modifica”.