A Bronte (CT), città del pistacchio più rinomato d'Italia, si è tenuto, ieri 2 marzo, un convegno dal titolo "Innovazioni di prodotto e di processo in campo e in post-raccolta per la valorizzazione del pistacchio in Sicilia", organizzato nell'ambito del progetto Clean Pistachio.
Foto di gruppo dei relatori
Ha introdotto e moderato i lavori Giancarlo Polizzi, responsabile scientifico del progetto e docente del Dipartimento Di3A Unict. Dopo il saluto delle autorità e dei partner del progetto (clicca qui per accedere alla locandina dell'evento) sono intervenuti: l'Innovation Broker del progetto, Marzia Signorello e i ricercatori e i docenti del Dipartimento Di3A Unict Giorgio Gusella, Pompeo Suma, Elena Arena, Dalia Aiello, Gioacchino Pappalardo.
Il progetto Clean Pistachio mira alla valorizzazione sia delle colture biologiche, convenzionali e DOP di pistacchio fresco, sia dei prodotti trasformati. Per fare ciò, i 9 partner del progetto (Di3A, l'ente capofila "Cooperativa Produttori Pistacchio Smeraldo Bronte", l'ISS Benedetto Radice e le 6 aziende agricole siciliane: Prestianni Elisa, Prestianni Biagio, Politi Gaetano, Fallico Antonio, Misteci Di Francesco e Dario Morello Snc, Anastasi Srl), stanno impiegando tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale, che possano rendere la gestione della coltura ecocompatibile e sostenibile.
Tra queste, l'utilizzo di microrganismi antagonisti, promotori di crescita, induttori di resistenza, di semiochimici sintetici, di entomofagi, della luce pulsata, della pacciamatura e di mezzi termici. Sono innovazioni di prodotto e di processo ecosostenibili che consentiranno di valorizzare le produzioni di pistacchio nelle varie fasi del processo produttivo e di stoccaggio. Abbiamo approfondito i principali temi proprio con il responsabile scientifico del progetto.
Prof Giancarlo Polizzi
Freshplaza (FP): Può spiegarci brevemente in cosa consistono le nuove tecniche di coltivazioni applicabili alla produzione del pistacchio per renderlo più sostenibile o biologico?
Giancarlo Polizzi (GP): "L'innovazione tecnologica che il progetto Progetto Clean Pistachio trasferisce alle imprese agricole partner consiste soprattutto nell'utilizzo di tecniche di difesa a basso impatto ambientale che prevedono l'uso di microrganismi antagonisti, di semiochimici e della luce pulsata. Queste metodologie di lotta hanno come obiettivo principale quello di ottenere produzioni salubri, cioè prive di contaminanti tossici, e coltivate in regime di biologico.
L'uso di microrganismi antagonisti in pre-raccolta e il metodo di sanificazione della produzione attraverso l'impiego della luce pulsata in magazzino sono strumenti utilissimi per il contenimento della carica microbica totale e della produzione di micotossine".
(FP): Qual è la dimensione produttiva del pistacchio di Bronte e quale quella della produzione siciliana? E quanto questa rappresenta in termini percentuali nella produzione mondiale?
(GP): "In Italia, in totale si producono circa 300mila tonnellate di frutta in guscio all'anno. Noci e nocciole sono presenti lungo tutta la Penisola italica. Mandorle e pistacchi sono invece tipici del sud Italia con Puglia, Calabria e Sicilia in testa. Ma, pur avendo registrato questo incremento di superfici e produzioni, rimane molto forte l'apporto di prodotto estero, in quanto la produzione italiana non riesce a coprire la domanda e, pertanto, i commercianti sono costretti ad importare prodotto dai principali Paesi produttori. Dai dati Istat del 2017, si evince che le superfici a pistacchio in Italia non superano i 4.000 ettari, per una produzione di poco meno di 4mila tonnellate concentrate quasi esclusivamente in Sicilia. Storicamente, il pistacchio è presente nell'area di Bronte in provincia di Catania, dove si concentra la gran parte della produzione italiana, anche se vi sono interessanti esperienze di coltivazione della specie, in provincia di Caltanissetta e di Agrigento".
L'evento (PSR Sicilia 2014/2020 - Sottomisura 16.1) si è svolto in collaborazione e patrocinato dall'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Catania e dai partner di progetto, sarà l'occasione per presentare i risultati intermedi raggiunti a oltre due anni dall'avvio delle attività progettuali. Ha chiuso i lavori Antonino Drago, dirigente Area 3 - Assessorato Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca Mediterranea della Regione Sicilia.