Dopo le gelate tardive registratesi nei giorni scorsi anche nelle regioni meridionali, la conta dei danni è fortunatamente quasi nulla per le frutticole in pieno campo, come drupacee e agrumi.
Malgrado le temperature notturne si siano considerevolmente abbassate, la colonnina di mercurio è infatti rimasta vicino lo zero (o poco sotto) per pochissimo tempo, non influendo negativamente sulle coltivazioni.
Ora però a preoccupare gli agricoltori è la nuova irruzione artica che potrebbe creare scenari inusuali in questa prima settimana di aprile (14esima del 2023), poiché provocati dall'arrivo di una fase di maltempo e precipitazioni nevose fino in alta collina.
Marco Vitelli, un agrumicoltore della Basilicata, commenta: "Per fortuna, le basse temperature verificatesi nelle nottate precedenti non sono state sufficienti a creare danni, se non qualche visibile annerimento all'apice delle foglioline, specie sulle piante esposte a nord. La situazione in campo non è preoccupante. Ci sono sbalzi notevoli di temperatura tra le ore diurne e quelle notturne e ciò, se duraturo, creerebbe una disformità nella fioritura. Se lo shock termico fosse accaduto tra qualche settimana, avremmo sicuramente raccontato altro. Le piante sono pronte alla fioritura pertanto siamo preoccupati che fenomeni metereologici tardivi possano compromettere la prossima stagione".
L'instabilità e il freddo in arrivo su tutta la Penisola preoccupano dunque gli imprenditori agricoli, specie perché la maggior parte delle fruttifere hanno ripreso il loro ciclo vegetativo. Il calo termico farà scendere le temperature fino a 6-8°C sotto la media. La giornata più fredda dovrebbe verificarsi mercoledì.
Esistono diversi modi per cercare di mitigare il gelo e predisporre la pianta a una migliore difesa dalle condizioni climatiche avverse: a parte l'avere piante in buone condizioni fitosanitarie, ventilatori, impianti antibrina o le più comuni balle di paglia/fieno posizionate negli impianti o ai lati del frutteto possono aiutare a prevenire il peggio.