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Ottima azione antinfiammatoria del fegato

Melagrana, un frutto portentoso anche nella buccia

Negli ultimi anni, l'andamento delle coltivazioni di melagrana in Italia, specie in Sicilia, ha conosciuto destini alterni. Molti agricoltori, a partire dal 2015, avevano optato per queste coltivazioni intensive, nella speranza di diversificare e soprattutto migliorare il loro reddito aziendale. Purtroppo il mercato non ha sempre risposto in maniera adeguata, relegando talora il valore commerciale a prezzi trascurabili di un prodotto che, come vedremo, ha invece un potenziale incredibile.

Estratto di melagrana in provetta

Da una ricerca condotta da ENEA, emerge infatti che "alcune molecole contenute nella melagrana hanno un potenziale effetto antinfiammatorio sul fegato". A darne notizia è Barbara Benassi, responsabile del Laboratorio ENEA Salute e Ambiente e coautrice dello studio sperimentale insieme a Maria Pierdomenico (ENEA) e a Costanza Riccioni di Esserre Pharma.

Pubblicato sulla rivista internazionale Natural Product Research e finanziato dall'azienda italiana di nutraceutica Esserre Pharma, lo studio ha investigato gli effetti benefici di alcune particolari sostanze presenti in grandi quantità negli arilli ma anche nella buccia e nelle membrane interne della melagrana.

"Il melograno (Punica granatum L.) - spiega la ricercatrice - è un albero da frutto adattabile a una vasta gamma di condizioni agro-climatiche; è originario dell'Iran, ma attualmente è coltivato in molte regioni del mondo, oltre che in Italia.

Una buccia che non si butta
"La produzione e il consumo di melagrana sono aumentati nel tempo per via delle sue proprietà benefiche, e oggi puo' essere considerato un nuovo superfood - prosegue Benassi (qui in foto) - I frutti del melograno sono una grande fonte di molecole bioattive, come i polifenoli e gli acidi grassi polinsaturi, che svolgono un'azione antinfiammatoria, antidiabetica, antiossidante, antimicrobica e antitumorale per alcune forme di cancro. Se la maggior parte di questi effetti sono dimostrati e comprovati da sperimentazioni a base di semi e di succhi di frutta fresca, con il nostro studio, invece, puntiamo a valorizzare le molecole presenti anche nella buccia e nelle membrane interne della melagrana e i loro effetti benefici in un ambiti ancora poco esplorati, quale l'infiammazione epatica. Il fegato è uno dei bersagli di microrganismi patogeni e sottoprodotti batterici provenienti dall'intestino attraverso la vena porta, il vaso sanguigno che convoglia il sangue dall'intestino all'organo epatico. Un tipico esempio è l'endotossina LPS (LipoPoliSaccaride), una sostanza tossica che è legata alle strutture cellulari di alcuni batteri".

Maria Pierdomenico

"Nei nostri esperimenti in vitro, abbiamo prima indotto una risposta infiammatoria nelle cellule di fegato, utilizzando la stimolazione con l'endotossina LPS - spiega ancora Benassi - quindi abbiamo somministrato l'estratto di melagrana alla concentrazione di 1 microgrammo per millilitro. Il risultato è stato molto incoraggiante: l'estratto ha ridotto il rischio di infiammazione e, di conseguenza, di danno al fegato. Da questi primi risultati ipotizziamo che la biomolecola attiva nell'azione antinfiammatoria dimostrata in laboratorio sia la punicalagina, il polifenolo più abbondante presente nel nostro estratto di frutta e scarti".

Costanza Riccioni

"Con il Laboratorio ENEA Salute e Ambiente, stiamo svolgendo un ottimo lavoro di ricerca per valutare e dimostrare l'attività biologica degli estratti di alcuni frutti mediterranei – ha detto dal canto suo Costanza Riccioni, responsabile delle attività di Ricerca e Sviluppo di Esserre Pharma - E la determinazione delle proprietà antinfiammatorie dell'estratto del frutto di melograno getta le basi per lo sviluppo di una nuova linea di prodotti nutraceutici, che mira a sostenere le funzioni energetiche del nostro organismo e il sistema immunitario".

Per maggiori informazioni:
ENEA
Barbara Benassi
[email protected]