A due anni e mezzo dal trapianto, già si parla di un primo segnale di introito per due giovani pericoltori siciliani, grazie alla forma di allevamento a parete verticale super intensivo, che consente innanzitutto un'entrata in produzione molto precoce e rese interessanti per ettaro (PLV sviluppata superiore a 40mila euro/ettaro a partire dal sesto/settimo anno dalla messa a dimora).
"Abbiamo venduto tutta la nostra produzione, stimata intorno a 20 ton totali, a un commerciante locale. Il prezzo concordato è di 1,20 €/kg. La soddisfazione più grande è sapere che le nostre prime pere estive Coscia saranno presto disponibili in alcuni supermercati italiani. La raccolta partirà nei primi giorni di agosto. L'andamento climatico anomalo primaverile ha generato un leggero ritardo della maturazione dei frutti. A parlare sono Bruno e Fabio Di Marco, da Castronovo di Sicilia (Palermo), collocata in un territorio particolarmente specializzato nella pericoltura tradizionale, unitamente ad altri poli produttivi siciliani, Ribera (Agrigento) e Bronte (Catania).
Super intensivo a parete
E continuano: "Il nostro pereto è formato da pareti verticali che contano complessivamente 4mila piante, allevate a monoasse e
disposte, lungo la fila, a distanza di 0,60/0,70 m e 3,5/4,0 m tra le file. La raccolta verrà eseguita con un carro elevatore, utile anche per tutte le altre operazioni agronomiche".
L'agronomo Vito Vitelli è uno dei promotori, nel meridione d'Italia, di questo nuovo modello di gestione remunerativo, già adottato da una decina di imprese in Sicilia, Campania e Basilicata.
"L'esperienza imprenditoriale dell'azienda Di Marco - commenta l'agronomo - ci insegna come, attraverso la proposta di tecniche moderne, si riescano ad avvicinare i giovani all'attività ortofrutticola e in modo particolare alla pericoltura. Trattasi di sistemi più moderni, in grado di ridurre i costi di gestione per unità di prodotto, semplificare le operazioni agronomiche e garantire comunque elevati standard quanti-qualitativi dei frutti. Rispetto ai metodi di coltivazione tradizionale a volume o vasetto, sicuramente il super intensivo a parete presenta vantaggi anche di tipo ecologico e fitosanitario, in quanto consente di ridurre gli attacchi di organismi nocivi e quindi di abbattere notevolmente la somministrazione di insetticidi e fungicidi. La coltivazione avrà un'ottima intercettazione della luce e un ideale arieggiamento, che limiteranno in modo naturale le infezioni e le infestazioni".
I fratelli Bruno e Fabio Di Marco durante un controllo del pereto.
Vitelli evidenzia quanto, in tal modo, la superficie fogliare sia ben orientata verso la luce per effetto della disposizione Nord - Sud dei filari. Non si creano zone d'ombra, pertanto anche la sovraccolorazione della buccia, relativamente alla superficie esposta dei frutti, sarà più estesa e intensa. Le tante piante per ettaro, localizzate sulla stessa fila, costituiscono un efficiente sistema radicale pronto ad assorbire acqua e elementi nutritivi, forniti dalle ali gocciolanti.
"Uno degli aspetti da tenere in considerazione, se si vuole adottare il super intensivo a parete sono però gli alti investimenti iniziali. Si passa dai 10-15 mila euro per i modelli tradizionali a oltre 25-30 mila per questi sistemi. Se da una parte le spese aumentano per l'incremento del numero di piante e le diverse strutture di sostegno previste, dall'altra c'è un notevole abbattimento dei costi per le operazioni colturali, dovuto alla raccolta facilitata e soprattutto all'essenziale potatura stimata intorno a 5-6 giornate lavorative per ettaro all'anno. L'entrata in produzione precoce in 2-3 anni renderà ancora più appetibile la scelta del super intensivo per la pericoltura meridionale".
Per maggiori informazioni:
Agronomo Vito Vitelli
+39 3392511629
[email protected]
vitovitelli.blogspot.com