Le regioni del Sud Italia, specialmente la Sicilia, rappresentano un territorio ideale per la coltivazione del pistacchio (Pistacia vera). Noto in tutto il mondo, il pistacchio verde di Bronte è coltivato nei peculiari terreni vulcanici alle pendici dell'Etna. In questi territori particolari, il pistacchio (varietà Bianca o Napoletana) viene innestato sui terebinti selvatici che crescono spontaneamente tra le rocce vulcaniche. I pistacchieti di Bronte, definiti per l'appunto tradizionali, sono caratterizzati da bassi input produttivi, gli alberi non hanno sesti d'impianto, e la raccolta è effettuata manualmente.
Disseccamento rameale da Botryosphaeriaceae. Foto di Giorgio Gusella
Negli ultimi anni, sempre in Sicilia, nella provincia di Agrigento, Caltanissetta e Ragusa si stanno diffondendo nuovi impianti che ricordano per struttura e gestione quelli specializzati della California. In queste aziende troviamo sesti regolari d'impianto, irrigazione a goccia e raccolta meccanizzata tramite l'impiego di macchine scuotitrici. Negli ultimi anni, questa coltura è stata oggetto di particolare attenzione da parte del consumatore e solo recentemente, anche grazie a finanziamenti del PSR Regione Sicilia 2014-2020 Misura 16.1, si sono approfonditi alcuni aspetti sullo stato fitosanitario della coltura.
Caratteristiche lesioni circolari necrotiche da Septoria pistaciarum a maggio. Foto di Giorgio Gusella
Le malattie fungine più diffuse e pericolose oggi in Sicilia
Alla domanda rispondono Giancarlo Polizzi, Giorgio Gusella e Dalia Aiello, rispettivamente docente e ricercatori del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università di Catania e non solo loro.
Caratteristiche lesioni sui frutti e sui rachidi da Botryosphaeriaceae. Foto di Giorgio Gusella
"La primavera rappresenta un momento cruciale per il risveglio vegetativo della coltura, così come l'estate, stagione in cui avviene la maturazione dei frutti - dicono gli studiosi - Una malattia che è stata riscontrata in tutti gli areali di coltivazione del pistacchio, con incidenza più o meno elevata in base alle condizioni ambientali del territorio in questione, è sicuramente la septoriosi, che può essere causata da tre diverse specie di Septoria. Recentemente nuove ricerche dei ricercatori del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell'Università degli Studi di Catania, in collaborazione con il prof. Themis Michailides (Davis, California) hanno dimostrato inequivocabilmente con analisi molecolari che l'agente eziologico della septoriosi in Sicilia è S. pistaciarum. Questo fungo, come tanti agenti di septoriosi, colpisce quasi esclusivamente le foglie della pianta".
Giancarlo Polizzi
"I primi sintomi si osservano a fine maggio, quando le foglie iniziano a mostrare delle piccole macchie necrotiche circolari (inizialmente chiare) su entrambe le superfici fogliari - proseguono Polizzi, Gusella e Aiello - Con il passare dei giorni, le lesioni aumentano, si allargano e si inscuriscono fino a ricoprire interamente la superficie fogliare in estate. Sulle lesioni il fungo inizia a produrre picnidi, minuscole strutture nere di riproduzione del patogeno, dalle quali fuoriescono le spore che, trasportate da pioggia e insetti, infetteranno nuove foglie sane. In condizioni di alta umidità, è possibile osservare tramite l'uso di una lente d'ingrandimento i cirri, ovvero filamenti mucillaginosi, che altro non sono che agglomerati di spore, che fuoriescono verticalmente dai picnidi (Gusella et al., 2021). La septoriosi è sicuramente la più diffusa nel territorio siciliano, e in annate particolarmente umide può comportare gravi defogliazioni premature, che possono incidere pesantemente sulla produzione. I diradamenti della chioma per evitare alta umidità sono fortemente consigliati".
Giorgio Gusella
"Nei nuovi impianti della zona di Agrigento e Caltanissetta, sopralluoghi estivi hanno messo in luce la presenza di un'altra malattia, o per meglio dire, la malattia per eccellenza del pistacchio i disseccamenti e la moria da Botryosphaeriaceae – evidenziano i tre - Questa malattia è stata descritta negli anni novanta in California, responsabile di pesantissime perdite di produzione. Numerose specie appartenenti alla famiglia delle Botryosphaeriaceae sono state descritte come patogeni del pistacchio in tutto il mondo. La pericolosità della malattia è data da diversi fattori, quali: la natura polifaga degli agenti eziologici in grado di attaccare diversi ospiti vegetali indistintamente, la grande diffusione geografica e l'abilità di infettare numerosi organi della pianta".
Dalia Aiello
"Sui tessuti legnosi si riscontrano imbrunimenti sottocorticali - dicono i ricercatori - ma anche cancri gommosi e disseccamenti di interi germogli, sulle foglie macchie necrotiche dalla forma irregolare che portano a riempire l'intera lamina fogliare e sui frutti caratteristiche macchie nere circolari durante i mesi primaverili e di inizio estate. Con il progredire della malattia, i grappoli di frutti tendono a collassare interamente. Anche in questo caso, le Botryosphaeriaceae producono picnidi sugli organi infetti attraverso cui si garantiscono la diffusione in campo e nuovi cicli della malattia. La malattia è insidiosa e i patogeni possono rimanere latenti per molto tempo all'interno della pianta, che risulterà pertanto asintomatica, e causare malattia solo in presenza di particolari condizioni favorevoli, come ad esempio piante sottoposte a stress di natura biotica o abiotica (Gusella et al., 2022)".
"Data la natura insidiosa e l'elevata pericolosità di questi funghi, negli Stati Uniti, Paese leader nella produzione di pistacchio a livello mondiale, la malattia è stata soprannominata "il gigante dormiente" – raccontano in conclusione il professore universitario e i due ricercatori - In Sicilia, seppur non abbiamo ancora assistito ad epidemie disastrose come avvenuto in California dagli anni novanta, abbiamo comunque rinvenuto la malattia e identificato alcune delle specie patogene coinvolte. È fortemente consigliata la sterilizzazione degli strumenti da taglio durante le potature, effettuare potature di risanamento e diradare la chioma. Gli scarti di potatura rappresentano importanti fonti di inoculo dei patogeni, si consiglia quindi di allontanarli ed eliminarli totalmente dal pistacchieto. Altri patogeni quali agenti di cancro come Cytospora pistaciae, Eutypa lata e Leptosillia pistaciae (ex Liberomyces pistaciae) sono stati rinvenuti e descritti nei pistacchieti siciliani in questi ultimi anni (Aiello et al., 2019; Vitale et al., 2018). Il monitoraggio dello stato fitosanitario e la corretta diagnosi delle diverse problematiche fitopatologiche sono indispensabili per approntare idonee strategie di lotta ed evitare ingenti perdite.
Fonti: Aiello, D., Polizzi, G., Gusella, G., Fiorenza, A., & Guarnaccia, V. (2019). Characterization of Eutypa lata and Cytospora pistaciae causing dieback and canker of pistachio in Italy. Phytopathologia Mediterranea, 58, 699-706. Gusella, G., Aiello, D., Michailides, T. J., & Polizzi, G. (2021). Update of pistachio leaf spot caused by Septoria pistaciarum in light of new taxonomic advances in Italy. Fungal Biology, 125, 962-970. Gusella, G., Lawrence, D. P., Aiello, D., Luo, Y., Polizzi, G., & Michailides, T. J. (2022). Etiology of Botryosphaeria panicle and shoot blight of pistachio (Pistacia vera) caused by Botryosphaeriaceae in Italy. Plant Disease, 106, 1192-1202.
Vitale, S., Aiello, D., Guarnaccia, V., Luongo, L., Galli, M., Crous, P.W., Polizzi, G., Belisario, A., & Voglmayr, H. (2018). Liberomyces pistaciae sp. nov., the causal agent of pistachio cankers and decline in Italy. MycoKeys, 40, 29-51.
Per maggiori informazioni:
Prof. Giancarlo Polizzi
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