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Intervista a Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell'Uva di Mazzarrone Igp

Spunti di riflessione per il comparto uva

"Il 2023 continua a essere un'annata insolita, ma da cui è possibile trarre nuove opportunità". A dirlo è Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell'Uva di Mazzarrone Igp. Negli ultimi anni, il sodalizio ha registrato poche nuove adesioni, ma senza fuoriuscita di alcun socio.

"L'andamento fiacco delle adesioni è da imputare a una generalizzata mancanza di fiducia, non certo nel consorzio ma nei confronti dell'imprenditoria agricola in generale - ha spiegato Raniolo - Con le ripetute crisi che si sono susseguite dal 2019 in poi, infatti, molti produttori medio piccoli, che poi costituiscono il grosso della produzione del nostro areale, hanno letteralmente perso la forza di andare avanti. Basti pensare che l'impiego dei concimi per la viticoltura da mensa ha subito almeno un 20/30% di flessione".

"Quest'annata è cominciata male, almeno così sembrava alle primissime battute, per poi rivelare un calo produttivo preoccupante di quasi il 40% - ha detto il presidente - Nel corso della campagna delle uve precoci, comunque, la minore offerta si è trasformata in una carta vincente, vista la bassa domanda al consumo. L'esiguo numero di ore di freddo durante l'inverno non ha permesso una buona l'allegagione, determinando una scarsa fruttificazione che, nel contesto dei bassi consumi al dettaglio, si è rivelata determinante per l'equilibrio del mercato. Dal punto di vista del fatturato, vedremo a fine anno se la bilancia penderà a favore delle aziende o contro, ma almeno non abbiamo l'enorme problema della commercializzazione che ci ha attanagliato negli anni passati".

"In questo contesto, le uve tradizionali, di ottima qualità proprio perché le piante hanno prodotto poco, si sono vendute benissimo - ha spiegato l'esperto - Quest'ultimo dettaglio non da poco ci porta a compiere una nuova riflessione: piuttosto che puntare sempre più sulle senza semi, non sarebbe il caso di studiare una giusta proporzione tra uve con semi e seedless, sia nel periodo delle precoci sia in quello delle tardive? Quali sono le varietà più gradite dai consumatori e in quale parte della stagione? Stavolta la selezione sulle piante l'ha fatta la natura, ma per le prossime stagioni dovremmo pensare a come controllare le rese, in funzione della richiesta. Non sarebbe forse il caso di riqualificare le varietà tradizionali a fronte di una remunerazione adeguata, come quella di questa campagna commerciale? Del resto, il rapporto tra seedless e senza semi, in un'annata come questa, si equivale o quasi. Diciamo che siamo al 50%. Ecco, dovremo programmare con più consapevolezza per il futuro ".

Per maggiori informazioni:
Giovanni Raniolo
Consorzio di Tutela
dell'Uva da Tavola
di Mazzarrone Igp
+39 335 1033575
[email protected]
https://www.uvadimazzarroneigp.it