Al sud Italia, le temperature rimangono miti e ben al di sopra dei venti gradi, nonostante la brevissima parentesi della tempesta Ciaran, che ha in minima parte interessato anche il meridione. Il caldo prolungato preoccupa gli agricoltori: si temono ripercussioni su alcune coltivazioni, poiché in situazioni normali, con l'arrivo dell'inverno, alcune specie dovrebbero entrare in riposo vegetativo, dopo che hanno perso completamente le foglie. In alcuni areali, però, ciò non sembra accadere.
Nella foto a sinistra, ciliegio in fiore. A destra, piante di fico.
Nelle regioni meridionali, infatti, si continuano a registrare massime anche di 24-26° C, le quali provocano sorprendenti e anomale fioriture fuori stagione. In Puglia, ad esempio, le ultime settimane autunnali piuttosto miti hanno contribuito a destabilizzare il ciclo vegeto-produttivo delle piante di ciliegio e fico. Nella provincia di Bari, alcuni ceraseti mostrano una sporadica e prematura fioritura, mentre in quella di Brindisi, molti alberi di fico sono ancora in produzione.
Le ondate di caldo rappresentano eventi allarmanti per il comparto agricolo. Da anni, ormai, gli esperti, come scienziati, meteorologi, climatologi e fisici dell'atmosfera ci avvertono che frequenza e intensità dei fenomeni estremi tenderanno ad aumentare a causa del riscaldamento globale, generato a sua volta dalle attività antropiche.
E' opportuno precisare, però, che lo sfasamento del ciclo vegetativo, con conseguenti e sempre più diffuse fioriture anticipate delle colture, è spesso legato, oltre che al cambiamento climatico, anche a una scarsa cura degli impianti nella fase di post-raccolta o dall'uso eccessivo di fitofarmaci.