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Sciannimanica: "Serve maggiore tutela da parte dell'Unione Europea"

"Nocicoltura italiana verso il disastro"

"Sia per la nostra azienda che per molte altre imprese italiane, il raccolto delle noci del 2023 si è dimostrato inferiore alle aspettative e segnato da una importante riduzione di quantità, a causa dei fenomeni metereologici estremi che si sono verificati nel corso della primavera e dell'estate". Lo afferma Michele Sciannimanica, direttore dell'OP Il Noceto.

Michele Sciannimanica

"Nel mercato mondiale - precisa il direttore - negli Stati Uniti si prevede un raccolto superiore alle aspettative e di buona qualità. In Francia, invece, i produttori stimano nel 2023 una perdita di produzione di 10 volte superiore rispetto alla media storica. Ci troviamo dunque tra due fuochi, con gli americani che continuano a praticare prezzi bassissimi e la Francia che continua ad esportare le noci del 2022 a prezzi bassi per liberare i magazzini grazie agli aiuti ai produttori stanziati dal governo francese che ammontano a circa 10 milioni di euro".

La proiezione di vendite non è favorevole a una riduzione delle importazioni, così come è avvenuto nel 2022, in quanto la crisi e l'inflazione hanno eroso la propensione all'acquisto dei consumatori: questi, viste le differenze di prezzo, si orienteranno verso il consumo di noci d'importazione perché, nonostante la qualità bassa o la bassa propensione al rispetto dell'ambiente, hanno prezzi di due o tre volte inferiori al prodotto nazionale.

Tra le ragioni che giustificano queste differenze di prezzo, per quanto riguarda gli Stati Uniti ci sono sicuramente i costi di produzione: mezzi tecnici, gasolio e manodopera inferiori a quelli italiani, ma soprattutto la possibilità di impiegare fitofarmaci e antibiotici, giustamente vietati in Europa, che permettono di ottenere rese produttive per ettaro triple rispetto a quelle italiane.

"L'Unione europea - dice Sciannimanica - dovrebbe imporre anche ai prodotti di importazione le stesse regole a salvaguardia dell'ambiente che vengono applicate in Europa, così come è previsto ad esempio dalle regole della FDA americana nel caso in cui dei prodotti europei vengano esportati negli USA. L'UE dovrebbe, a tutela degli stessi interessi economici dei cittadini europei, adottare delle politiche ambientali realizzabili e non utopistiche. Mi spiego meglio. Un'azienda come la nostra, che adotta la produzione integrata da decenni, che è certificata Residuo Zero e Biodiversity cosa può fare di più nel rispetto dell'ambiente? I fatti dimostrano che non abbiamo alterato il terreno su cui produciamo le nostre noci. Oggi perdiamo mediamente un 30% di prodotto per malattie come funghi e batteri o insetti, senza poter fare nulla. La legge europea dovrebbe tenere conto delle specificità di ogni coltivazione e non costringerci all'applicazione di una regola generica".

"Un esempio su tutti: il noce è la specie con maggiore contenuto di rame in assoluto, l'utilizzo del rame è stato ridotto a 28 kg in 7 anni, il nostro terreno non ha avuto riduzioni di biodiversità nonostante il suo utilizzo a dosi più elevate per gli anni passati. Perché dobbiamo subire l'applicazione di una regola stabilita a tavolino che ci porta alla perdita almeno del 30% del prodotto, quando non è dimostrato che sui noceti sia dannoso per l'ambiente?. Non sarebbe più corretto valutarlo di volta in volta, coltura per coltura e terreno per terreno?

Noci marchiate una ad una per Il Noceto

Continuando su questa strada, non solo andremo fuori mercato ma saremo costretti a breve a chiudere le aziende, con il solo risultato che le noci sulle nostre tavole saranno prodotte in paesi in cui non c'è rispetto per l'ambiente e quindi senza aver ottenuto lo scopo di salvaguardia dell'ecosistema che ci siamo prefissi".

Per maggiori informazioni
Il Noceto
Via Chiusurata, 30/A
31040 Chiarano, Treviso
+39 042 2746940
[email protected]
www.ilnoceto.it