È sorprendente passare davanti agli stabilimenti di lavorazione ortofrutticola dell'Emilia Romagna e notare nei piazzali le pile di cassoni di plastica dai colori vivaci, desolatamente vuoti. In realtà, in alcuni periodi dell'anno la "catasta" diminuisce, durante la raccolta del kiwi o di una varietà di mela club. Troppo poco però per riempire i sempre più esigui magazzini frigoriferi rimasti in funzione: nel 1980, a Cesena, Forlì, Ravenna, Modena e Ferrara si contavano circa 200 operatori, piccolissimi, piccoli, grandi, che lavoravano e vendevano frutta e verdura. Ora moltissimi hanno chiuso, le coltivazioni sono in forte diminuzione e il prossimo anno sarà ancora peggio.
Ettore Ceccarelli
Sul tema interviene l'operatore Ettore Ceccarelli, il quale esordisce: "In particolare, la coltura del pero sta scomparendo, come avevo già anticipato 4 anni fa, nel 2019 su FreshPlaza (E' un grido di dolore e rabbia, o meglio di profondo dispiacere, che si leva per la coltivazione del pero che sta morendo, 17 dicembre 2019) o come riportato da Cristiano Riciputi "De profundis per la Pera abate?" del 23 novembre 2022. Questa preoccupante tendenza coinvolge anche pesche, nettarine e albicocche. Inoltre, pure la superficie dedicata alle patate registra riduzioni significative. Solo l'uva da vino meccanizzata sta espandendosi in modo abbastanza evidente e in controtendenza rispetto alla Francia, dove vengono erogati contributi per l'espianto dei vitigni meno pregiati".
Mentre la comunità agricola locale lotta con queste sfide, c'è una crescente consapevolezza dell'importanza delle politiche europee. La corsa al "green", sebbene nata con le migliori intenzioni, ha effetti collaterali significativi: l'Unione Europea, con i suoi decreti ecologici, sta esportando inquinamento altrove, contribuendo ad aumentare l'impatto ambientale in paesi come Egitto, Turchia, India e Cina. Come se il pianeta Terra fosse diviso in compartimenti stagni.
Continua Ceccarelli: "Un esempio lampante di come le decisioni ambientali possano avere conseguenze gravi è la storia dello Sri Lanka, raccontata da Federico Rampini nel suo libro "Il lungo inverno". Nel 2020, già in un momento di difficoltà per il paese dovuto alla pandemia, la conversione forzata e repentina a coltivazioni bio, con blocco delle importazioni di agrofarmaci e fertilizzanti senza una strategia per la transizione, ha dato il colpo di grazia a un'economia in crisi per svariati motivi, portando il paese alla bancarotta, facendolo diventare da esportatore a importatore di derrate alimentari, affamando la popolazione e costringendo alla fuga i leader politici: il Green deal non si fa per decreto"!
"Mentre le centrali di acquisto dei supermercati italiani si approvvigionano sempre di più all'estero (vedi Il Fatto Alimentare del settembre 2022), la Spagna, con i suoi magazzini ancora in piena efficienza e le pratiche agricole lasciate in condizioni più "morbide" di quelle italiane, offre un contrasto interessante: in Spagna, infatti, gli ettari aumentano! È possibile che la loro attenzione maggiore per gli agricoltori, combinata con centrali di lavorazione più efficienti, contribuisca a mantenere la stabilità nel settore"?
Prosegue l'operatore romagnolo: "Dobbiamo interrogarci sul perché, in Italia, gli agricoltori smettano di produrre. Sicuramente perché affrontano ostacoli molteplici: dalla mancanza di certezza nei raccolti, compromessi da trombe d'aria, grandinate estreme, e cambiamenti climatici, difficoltà enormi per trovare e assumere manodopera, complesse pratiche burocratiche, e ricarichi finali al dettaglio esorbitanti, dal 200 al 300%".
Come si può invertire questa tendenza negativa?
"Propongo - dice Ceccarelli con intenzione costruttiva - quattro passaggi fondamentali:
- una moratoria di cinque anni sulla riduzione dei fitofarmaci, fino a quando non si trovano sistemi di difesa alternativi;
- maggiorazione degli aiuti diretti agli agricoltori che investono in produzione (non solo in macchine);
- ricerca a tutto tondo per testare nuove cultivar o varietà, prima di metterle a dimora;
- assicurazioni obbligatorie per grandine, calamità e strutture a costo ridotto.
"In conclusione, l'ortofrutta in Emilia Romagna è in un momento cruciale della sua evoluzione. Affrontare le sfide attuali richiederà un impegno congiunto e soluzioni innovative. La speranza è che, attraverso strategie oculate e un sostegno più forte, il settore possa riguadagnare slancio e prosperare in un futuro sostenibile", termina Ceccarelli.
Per maggiori informazioni
Ceccarelli Giulio Srl
Via della Frasca, 7
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+39 0547 53055
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