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Consorzio dell'Uva da Tavola di Mazzarrone IGP

Si va verso una produzione composta nella totalità dalle uve seedless?

Punto (fuori stagione) sul comparto produttivo dell'Uva da Tavola di Mazzarrone IGP che, fin dalla prossima campagna agraria, presenterà importanti novità. Ne parla Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela, il quale conferma il trend di crescita verso le varietà club seedless, cioè senza semi.

Gianni e Simone Raniolo

"Da anni ormai abbiamo intrapreso, non senza le dovute cautele del caso, la strada della diversificazione varietale - dice Raniolo - intensificando l'orientamento verso le senza semi. Un andamento dettato dal mercato che, per i nostri consorziati, non è sempre stato facile assecondare. Diversamente da quanto si potrebbe pensare, i limiti non sono derivati da un eccessivo attaccamento alle tradizionali uve con semi o dall'impossibilità di investire, ma dalla difficoltà di accedere alle nuove cultivar. Recentemente, però, con l'apertura anche verso la Sicilia da parte dei gruppi multinazionali, si è giunti a una svolta. Basti pensare che sono almeno quattro le compagnie di breeding che adesso ci danno la possibilità di acquistare le loro varietà brevettate. Si tratta di una svolta storica, nel suo piccolo, che avrà conseguenze molto positive per la produzione siciliana".

"In questo senso cambierà anche il modo di commercializzare per noi - continua il presidente - perché mentre l'uva di varietà Italia può restare matura per lunghi periodi sulla pianta, per le seedless non è altrettanto. Queste ultime infatti, una volta giunte a maturazione, devono essere raccolte e stoccate in attesa dei tempi del mercato e dei processi della commercializzazione. Ma noi siamo pronti ad accogliere le nuove sfide, anche quelle della logistica interna alle nostre aziende".

"Le nuove varietà a bacca rossa e bianca - spiega l'esperto - amplieranno la nostra offerta già esistente di senza semi che inizia a giugno con le precoci e termina a novembre con le tardive, per rinforzare i nostri volumi produttivi. La novità vera sarà che le varietà che ci apprestiamo a coltivare hanno una genetica che ci permetterà di avere bacche ancora più sostenibili, in quanto tolleranti a fitopatie imperversanti come oidio e peronospora che fin qui hanno richiesto interventi con fitofarmaci. La sostenibilità, dunque, entra a pieno titolo in un nuovo modo di fare viticoltura da mensa".

Che fine farà l'uva Italia?
"L'uva Italia rimarrà la madre di tutte le varietà di uva - risponde Raniolo - con il suo inimitabile gusto e profumo di moscato. Tuttavia, secondo quelle che sono le indicazioni del consumo mondiale, l'uva Italia è relegata a diventare una varietà di nicchia. Ad apprezzarla sono e saranno consumatori sempre più maturi e consapevoli, diremmo esperti ed autenticamente raffinati, che non avvertono le implicazioni davvero irrisorie del semino nella masticazione. Ci sarà sempre, insomma, una soglia di amatori per questa varietà".

"Durante Fruit Logistica 2024 abbiamo ricevuto l'invito ad aderire alla LUV, Fiera dell'uva da Tavola che si terrà a Bari a ottobre di quest'anno. Lo scopo della kermesse è quello di favorire la filiera dell'uva da tavola italiana - ha concluso Raniolo - Tra gli aderenti alla LUV figurano i due consorzi dell'uva da tavola Igp siciliani, cioè Canicattì e Mazzarrone, oltre a quello della Puglia. Uno dei principali scopi che vorremmo prefiggerci in quella occasione è la sinergia tra Puglia e Sicilia, in continuità del calendario produttivo, perché la clientela internazionale possa garantirsi prodotto italiano dall'inizio alla fine, da maggio a dicembre".

Per maggiori informazioni:
Gianni Raniolo
Consorzio di Tutela
dell'Uva da Tavola
di Mazzarrone Igp
+39 335 1033575
[email protected]
https://www.uvadimazzarroneigp.it