Sul recente ritrovamento in Puglia della sottospecie di Xylella che attacca ciliegio e vite (cfr. articolo correlato), è intervenuto anche Corrado Vigo, agronomo di lungo corso con alle spalle una lunga serie di incarichi in seno al Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Agronomi e in Commissione Agricoltura Europea al "Tavolo Tecnici Esperti Agrumi", che si occupava anche di problematiche fitosanitarie.
Corrado Vigo
"Che la Xylella attaccasse altre piante oltre alle olive lo sapevamo già - dice Vigo - Sono ben 198 le specie di piante che la Xylella può attaccare. Ricordiamo a tutti che, trattandosi di un batterio, non può essere combattuta con dei fitofarmaci, né tantomeno con degli astrusi mezzi rudimentali. E' di questi giorni il ritrovamento in Puglia di una sottospecie di Xylella che attacca vite e ciliegio, e non dobbiamo stare allegri, perché vista l'enorme inerzia già sperimentata nel creare fasce tampone mediante l'eradicazione degli ulivi colpiti, fra un ricorso al TAR e uno al Tribunale ordinario, rischiamo questa volta di incidere negativamente su altre tipologie di colture".
E se la Puglia è piena di vigneti di uva da tavola, la Sicilia non è da meno. "Se questa sottospecie di Xylella - continua l'esperto - dovesse arrivare anche nella nostra regione, attaccherebbe tutti i vigneti da tavola e da vino indiscriminatamente. Per contenere l'avanzamento e la diffusione della del batterio si deve combattere il suo insetto vettore, cosa difficilissima da farsi su coltivazioni in regime bio, così come adottato attualmente coltivati moltissimi dei vigneti di uva da tavola e di uva da vino. Ma c'è di più: tra le 198 specie che la Xylella può attaccare ci sono anche gli agrumi, e pure questa non è una notizia nuova. Cosa si sta facendo per prevenire il fenomeno"?
"Ci rendiamo conto di cosa accadrebbe se la Xylella dovesse giungere anche in Sicilia e se iniziasse ad attaccare gli agrumeti? - si chiede e chiede lo stesso Vigo - La prevenzione, quindi, non è mai troppa, ed è per questo che, in presenza del seppur minimo dubbio, è indispensabile rivolgersi al servizio fitosanitario regionale".
Da grande esperto e costitutore di una nuova varietà di tarocco che porta il suo nome, Vigo lancia l'allarme, che adesso passa agli organi competenti.
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