Coltivare consumando poca acqua e con un occhio ai cambiamenti climatici: NovelFarm (20-21 marzo) è la mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming, organizzata da Pordenone Fiere. La manifestazione è nata nel 2020 e nell'ultima edizione tenutasi in contemporanea con AquaFarm, i due eventi hanno registrato una crescita del 62% rispetto al 2022, con 130 espositori, il 35% proveniente dall'estero e quasi 7.000 mq di area espositiva. La partecipazione all'evento è gratuita, previa registrazione.
Il legame clima-acqua è stretto e NovelFarm l'affronta in una sessione dedicata nel pomeriggio della prima giornata. Il primo fronte del rapporto clima-agricoltura è quello dell'adattamento. Da una parte c'è l'adattamento di cosa si coltiva, dall'altra come si coltiva. Spiegarlo in sintesi è un compito che NovelFarm affida rispettivamente a Domenico Ventrella, ricercatore del CREA, a Marco Benetti di Veneto Agricoltura e ad Amedeo Reyneri docente dell'Università di Torino, che ricorda che esistono già delle lezioni da apprendere dal settore che è nato per lavorare con poca acqua, l'aridocoltura. Che ci ha portato, per esempio, all'irrigazione a goccia, applicata anche in ambienti non aridi.
Oggi si realizzano sistemi di irrigazione interrati per evitare l'evaporazione, con somministrazione telecontrollata attraverso la quale si applicano anche i fertilizzanti e i fitofarmaci. Si applicano sensori e controlli digitali alle reti di irrigazione esistenti, eliminando gli sprechi e gli errori di attribuzione dei consumi. Le start-up si sono buttate su questo settore, parte del più ampio ambito dell'agricoltura di precisione.
Esistono molti modi per ridurre lo spreco alimentare, uno di questi è accorciare ed eliminare il tragitto che le derrate fanno per arrivare sui luoghi di trasformazione o direttamente di consumo. Questo è uno dei vantaggi delle coltivazioni fuori suolo e del vertical farming, rendere la produzione primaria di cibo per alcune colture indipendenti dalla località. "Anche in città - come spiegano Mattia Accorsi, amministratore delegato di HIND e Filippo Orsini del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano - in queste soluzioni la gestione dell'acqua è fondamentale, sebbene il suo uso sia molto ridotto rispetto alle colture tradizionali".
L'università di Pisa, per esempio, ha messo a punto un sistema, come spiega la ricercatrice Martina Puccinelli, per usare i reflui della coltivazione idroponica del pomodoro per irrigare colture di borraggine.
Ma oltre che reagire e adattarsi, l'agricoltura può combattere la parte di cambiamento ambientale che deriva dall'aumento dell'anidride carbonica in atmosfera. Lo fa per esempio diventando un attore di carbon sequestration, ossia bloccando la CO2 prima che si liberi nell'aria. Alcune delle tecniche sono antiche, come la combustione dei residui colturali in privazione d'ossigeno, producendo carbone vegetale. In questo modo, applicandolo a livello europeo, si bloccherebbero nel terreno fino a 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica l'anno, con un beneficio anche per la salute dei suoli, che nell'Europa mediterranea sono cronicamente poveri di carbonio. Il processo avviene anche in campo, senza la necessità di impianti a parte, e richiede l'azione degli agricoltori.
Per maggiori informazioni
www.novelfarmexpo.it