In Italia, per la prossima stagione mandorlicola si prevede una riduzione a doppia cifra dei volumi produttivi. Una flessione causata dagli effetti del cambiamento climatico, che continua a incidere sulla produzione agricola, danneggiando le piante e limitando i raccolti.
È il commento unanime degli agricoltori localizzati negli areali mandorlicoli del centro-sud Italia, come Sicilia, Puglia, Basilicata, Lazio e Toscana, i quali denunciano un calo generalizzato delle rese intorno al 35-40% rispetto a un anno fa, con picchi anche del 65-70% in alcune zone.
"Ogni anno, il clima minaccia la redditività di noi agricoltori - spiega Domenico Casamassima, un produttore di Castellaneta (Taranto) - In molti mandorleti non si vedono frutticini e questa non è la prima volta. Ogni primavera dobbiamo incrociare le dita e sperare di poter raggiungere il periodo di raccolta senza particolari problemi, poiché ritorni di freddo, eccessi di pioggia, siccità o inverni/autunni caldissimi potrebbero danneggiare i nostri impianti e provocare uno sviluppo accentuato di organismi nocivi. Le preoccupazione riguarda poi l'incombente siccità e quindi la paura di peggiorare la situazione in campo, soprattutto nelle zone poco servite da reti idriche. Sarà un'altra stagione bizzarra".
Mandorleto in provincia di Viterbo. Visibile la scarsità di frutti sulle piante.
Alcuni agricoltori spiegano poi come e quanto l'autunno e l'inverno mite abbiano inciso negativamente sulle coltivazioni, annullando la dormienza vegetativa delle piante e generando grosse difficoltà in termini di differenziazione delle gemme. La scorsa estate, nota per essere stata torrida e asciutta, ha favorito alcune problematiche fitosanitarie, come la maggiore diffusione di acari (ragno rosso), responsabili dell'ingiallimento e successiva perdita precoce delle foglie. La riduzione dell'efficienza fotosintetica dell'apparato fogliare tra agosto e settembre ha compromesso il processo di differenziazione delle gemme a fiore, che solitamente nelle drupacee avviene tra la tarda estate e l'inizio dell'autunno. In primavera, le piante hanno presentato una fioritura disforme e stentata.