"La coltivazione dell'uva da tavola siciliana precoce si presenta con frutti di ottima qualità complessiva, grazie alle temperature invernali molto favorevoli. Tant'è che quest'anno i volumi saranno certamente superiori a quelli della scorsa stagione, pur non rischiando esuberi, come è avvenuto qualche anno fa". A dirlo è Giuseppe Morreale, CEO di Nature', azienda con sede a Vittoria, in Sicilia, e specializzata nella viticultura da mensa.
Giuseppe Morreale
"Il dato quanti-qualitativo, quest'anno, è estremamente importante - tiene a precisare fin da subito Morreale - perché avremo, anzi abbiamo già, qualità organolettiche che forse superano quelle dell'anno scorso e, nel contempo, disporremo di maggiori quantità e quindi non avvertiremo alcuna penuria di merce, come invece accaduto nel 2023. Siamo già partiti qualche giorno fa con l'uva nelle varietà con semi Victoria e Black Magic".
"I prezzi al momento non sono definibili e sono soggetti a molte variazioni, il mercato si rivelerà solo dopo la prima decade di giugno, quando le quotazioni si saranno stabilizzate. La richiesta dall'estero è molto sostenuta. Infatti proprio a causa dei prezzi sicuramente soddisfacenti, in questo momento stiamo esportando solo verso i Paesi dell'Europa Centro occidentale: Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Austria e Gran Bretagna".
"Volumi interessanti vanno anche in Italia del Nord. Cominceremo l'export verso i nostri mercati storici dell'Est Europa solo quando i prezzi saranno allineati intorno da 1,70-1,60 euro/kg a scendere, che sono quelli praticabili in quei mercati. A breve inizieremo anche con le varietà seedless che per noi è una novità, ma ci sentiamo molto preparati ad affrontare la sfida. La campagna delle precoci finirà a luglio, quando seguirà quella delle uve medio-tardive che vedrà protagonista la regina delle varietà tradizionali: l'Italia. Prevediamo anche nella seconda parte della stagione una qualità produttiva eccezionale, sempre che il clima non infici le raccolte con venti e temperature straordinariamente caldi. Temperature che superino i 45 °C, toccando in alcuni areali siciliani anche i 48 °C, come quelle registrate nell'estate 2021 sono difficilmente gestibili".
"Siamo preparati con bacini di raccolta acqua e impianti irrigui di ultima generazione - conclude Morreale - ma all'imponderabile non ci può essere sempre rimedio. Bisogna fare il punto sui cambiamenti climatici che sono il nemico numero uno dell'agricoltura e iniziare a trovare soluzioni adeguate e nel contempo sostenibili economicamente e per l'ambiente".
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