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Primi responsabili, i fattori climatici

Uva da tavola: flessione di 250.000 ton per la produzione europea

La produzione di uva da tavola dell'UE è prevista in calo di quasi 250.000 tonnellate, scendendo a 1,3 milioni, a causa delle perdite legate al clima, specialmente in Italia. Le esportazioni sono previste in calo di 46.000 tonnellate, raggiungendo le 125.000 tonnellate a causa delle minori forniture esportabili. Le importazioni sono stimate in aumento di 27.000 tonnellate, raggiungendo le 600.000 grazie alle forti spedizioni dal Sudafrica.

Sulla diminuzione della produzione italiana è intervenuto Gianni Raniolo, presidente dell'Uva da tavola di Mazzarrone IGP: "Il calo è dovuto, come correttamente riportato dal rapporto USDA, a fattori climatici. Nel bimestre maggio/giugno 2023, le condizioni meteo si sono presentate a tratti con cielo coperto e precipitazioni abbondanti che nel sud Italia erano fuori stagione. Il periodo si sovrappone a quella fase fenologica dei vitigni in cui avviene la differenziazione a fiore delle gemme, ossia tra quelle che daranno frutto e quelle che lo faranno solo l'anno successivo, restando dormienti. La carenza di ore di luce, principalmente, e l'umidità hanno così indotto a una minore fruttificazione".

La situazione su cala mondiale
La produzione mondiale di uva da tavola per l'anno commerciale 2023/24 è prevista in aumento di oltre 150.000 tonnellate, raggiungendo i 28,1 milioni, e segnando così il quinto anno consecutivo di crescita. Il dato è la riprova del fatto che se un prodotto è buono, poi si vende! È l'analisi pubblicata dall'USDA a fornire maggiori indicazioni perché tiene conto della situazione globale, tra produzione e commercializzazione. Le buone condizioni di crescita in India e Cina, infatti, compensano adeguatamente le perdite legate al clima nell'Unione Europea, in Turchia e negli Stati Uniti. Il dato globale indica che le esportazioni dovrebbero diminuire di 200.000 tonnellate, attestandosi a 3,5 milioni, a causa delle riduzioni in Perù, negli Stati Uniti e in Turchia.

La produzione cinese è stimata in aumento di 750.000 tonnellate, raggiungendo i 13,5 milioni, un altro record storico dopo cinque anni consecutivi di crescita. Le esportazioni sono previste in aumento di oltre il 25%, a 490.000 tonnellate, rendendo la Cina il secondo maggiore esportatore di uva da tavola dopo il Perù. Le importazioni sono previste in calo di oltre 40.000 tonnellate, a 135.000 a causa delle abbondanti forniture domestiche.

Fonte: USDA

La produzione statunitense è stimata in flessione del 19%, scendendo a 655.000 tonnellate, il raccolto minore degli ultimi 30 anni. L'uragano Hilary è arrivato durante la stagione di raccolta in California, con vento e pioggia che hanno negativamente influenzato la quantità e la qualità delle uve da tavola rimaste da raccogliere. NASS ha sondato l'industria e aggiornato la produzione statunitense nel rapporto "Noncitrus Fruits and Nuts 2023 Summary" di maggio 2024. Le esportazioni sono diminuite di 65.000 tonnellate, fermandosi a 182.000 tonnellate, date le minori forniture. Le importazioni sono aumentate a 793.000 tonnellate grazie alle maggiori spedizioni da Cile e Messico per bilanciare la minore produzione.

La produzione peruviana è prevista in leggero aumento, a 776.000 tonnellate poiché le condizioni di El Niño hanno limitato la crescita potenziale. Le esportazioni sono previste in calo di quasi 100.000 tonnellate, raggiungendo le 525.000 tonnellate, a causa delle minori forniture esportabili poiché le forti piogge e le alte temperature hanno negativamente influenzato la qualità dei frutti. Nonostante questa contrazione, il Perù rimane il principale esportatore.

La produzione cilena è prevista in calo di 20.000 tonnellate, scendendo a 635.000 tonnellate a causa delle riduzioni dell'area coltivata che continuano una flessione decennale dei volumi di produzione. Le esportazioni sono previste in calo di 16.000 tonnellate, fermandosi a 480.000 tonnellate, nonostante le maggiori spedizioni verso gli Stati Uniti. Se ciò dovesse concretizzarsi, il Cile passerebbe dall'essere il primo a solo il terzo maggior esportatore in soli due anni.

La produzione sudafricana è prevista in aumento di 52.000 tonnellate, raggiungendo le 370.000 tonnellate grazie alle favorevoli condizioni meteorologiche invernali, tornando vicino al livello record di produzione del 2021/22. Le esportazioni sono previste in aumento di quasi il 20%, raggiungendo le 340.000 tonnellate grazie alle maggiori forniture esportabili.