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Approfondimento con l'avvocato Gualtiero Roveda

Cartone ondulato: c'è meno di un mese di tempo per chiedere risarcimenti

L'Associazione Italiana Scatolifici ha ricordato di recente che il termine ultimo per la richiesta di risarcimento del danno causato dal cosiddetto "cartello del cartone ondulato" è il 17 luglio 2024. Questo termine segna i cinque anni dalla decisione dell'AGCM, che ha sanzionato un'intesa illecita coinvolgente molte delle principali imprese di produzione e commercializzazione di fogli e imballaggi. Approfondiamo la questione con l'avvocato Gualtiero Roveda.

L'avvocato Gualtiero Roveda

FreshPlaza (FP): In cosa consiste la questione del "cartello del cartone ondulato"?
Gualtiero Roveda (GR): Un'accurata istruttoria dell'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato), conclusa il 17 luglio 2019, ha accertato – con una le indagini più imponenti mai compiute – che tra il 2004 e il 2017 sono state attuate due distinte intese volte a distorcere le dinamiche concorrenziali nei mercati dei fogli e degli imballaggi in cartone ondulato. Le intese hanno coinvolto le principali imprese del settore, nonché la relativa associazione di categoria GIFCO, sanzionate complessivamente per oltre 287 milioni di euro. L'indagine era partita in seguito alla denuncia di un'altra associazione, quella degli scatolifici non verticalmente integrati (ACIS) e alla presentazione di domande di clemenza (leniency) avanzate da parte di alcune società coinvolte nell'illecito. Le imprese di produzione e commercializzazione di fogli in cartone ondulato sono state sanzionate per un totale complessivo di circa 110 milioni di euro, mentre quelle della produzione e commercializzazione di imballaggi sono state sanzionate per circa 178 milioni di euro.

FP: L'Antitrust, in pratica, ha accertato una rilevante alterazione del mercato?
GR: È così. L'AGCM, con la collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha stabilito che, con un'unica e complessa intesa continuata nel tempo, le aziende produttrici coinvolte hanno definito i prezzi di vendita e i fermi degli stabilimenti produttivi, mentre quelle di vendita degli imballaggi hanno ripartito il mercato e stabilito in comune i prezzi di vendita e altri parametri commerciali, quali i termini di pagamento.

FP: I giudizi sulle impugnazioni sono stati sfavorevoli per le imprese sanzionate?
GR: TAR e Consiglio di Stato hanno sostanzialmente confermato l'esistenza delle condotte anticoncorrenziali accertate dall'AGCM, limitandosi esclusivamente – e solo in alcuni casi – a ridurre gli importi delle sanzioni irrogate. L'esistenza e l'illiceità del cartello sono state sostanzialmente confermate nei successivi gradi di giudizio.

FP: In cosa consiste la leniency?
GR: La leniency, o programma di clemenza, è un istituto utilizzato dalle autorità antitrust per incentivare le imprese coinvolte in pratiche anticoncorrenziali, come i cartelli, a collaborare con gli enti regolatori. In cambio della collaborazione, le imprese possono beneficiare di una riduzione delle sanzioni o, in alcuni casi, dell'esenzione totale dalle stesse. Questo strumento mira a disgregare i cartelli rendendo meno attraente per le imprese partecipare a tali pratiche, sapendo che i loro partner potrebbero tradirli per ottenere benefici.

FP: Le imprese danneggiate possono ora chiedere i danni?
GR: I soggetti lesi dai cartelli accertati in via definitiva - e tra questi vi sono indubbiamente molti operatori del comparto ortofrutticolo - potranno chiedere conto dei danni derivanti dai maggiori costi sostenuti e delle perdite di quote di mercato subite per effetto delle intese illecite. Secondo l'Associazione di categoria che ha determinato l'avvio del procedimento, l'ammontare complessivo del danno generato dal cartello è stimato tra 1 e 2,5 miliardi di euro.

FP: Vi sono società che promuovono vertenze collettive e si assumono i rischi e i costi dell'azione legale a fronte di una provvigione, vero?
GR: Sì. Questo tipo di finanziamento, noto come litigation funding, è una pratica in cui una società di scopo sostiene le spese legali di una parte in giudizio e riceve come compenso una quota delle somme incassate solo in caso di esito favorevole. Se l'azione legale non ha successo, la società perde l'intero investimento e la parte non sostiene alcun costo. Il potenziale di investimento in questo settore sta crescendo rapidamente, con previsioni di aumento significativo nei prossimi anni.