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Sergio del Castillo Valderrama, Ceo di ProCitrus:

"Il Perù è il quarto produttore di agrumi dell'emisfero meridionale"

Quando la maggior parte delle associazioni agro-esportatrici peruviane si è costituita, intorno al 1998, le spedizioni di frutta e verdura all'estero dal Paese andino si limitavano fondamentalmente ad asparagi e mango, integrati da alcuni volumi di uva, avocado e agrumi. In quell'anno è stata fondata anche ProCitrus, un'associazione non a scopo di lucro di produttori e confezionatori di agrumi, di cui Sergio del Castillo Valderrama è oggi amministratore delegato.

"Più che sul mercato, ci concentriamo sulla coltivazione, organizzando corsi di formazione per i coltivatori e promuovendo la ricerca sulla protezione delle colture e l'innovazione varietale. Abbiamo anche un ruolo di interlocutore con le istituzioni governative e le altre associazioni. Ricerchiamo l'efficienza nei metodi di coltivazione per ottenere un prodotto di prima qualità a costi minimi. A tal fine, ProCitrus ha diversi agronomi nel suo staff", afferma Sergio del Castillo.

Scambio di informazioni
Anche se non si tratta di ricerche di mercato, ProCitrus pubblica ogni settimana i dati relativi alle esportazioni. "Scambiamo informazioni sui calibri con gli altri principali Paesi produttori dell'emisfero meridionale, come il Cile e il Sudafrica, e ad aprile forniamo alla World Citrus Organisation (Organizzazione mondiale degli agrumi, ndt) le previsioni sui volumi da raccogliere nella nuova stagione, che nel nostro caso va da aprile a settembre", spiega il Ceo di ProCitrus.

Per quanto riguarda la formazione degli agricoltori, a luglio l'associazione organizzerà un seminario internazionale sulla coltivazione del lime, al quale saranno invitati agronomi provenienti da importanti Paesi produttori come Spagna, Messico e Brasile. "Uno degli argomenti che verranno discussi riguarderà l'impatto dell'Huanglongbing (HLB o Citrus greening) sul settore agrumicolo e come combattere questa malattia. Anche se si tratta di una fitopatia da cui la produzione peruviana è esente, al pari del cancro degli agrumi, come settore vogliamo armarci di conoscenze su tutte le possibili minacce alla coltura", spiega Sergio del Castillo.



Il settore si riprende dagli scarsi risultati dell'anno scorso
Dopo che l'anno scorso le alte temperature avevano influito sulla fioritura degli agrumi, provocando un calo del 6% sia nella produzione sia nelle esportazioni, il settore agrumicolo peruviano spera di riprendersi quest'anno, con spedizioni all'estero per un totale di 280mila tonnellate, di cui circa 220mila tonnellate sono costituite da mandarini, clementine e tangelo; circa 30.000 tonnellate di lime; 25.000 tonnellate di arance Valencia e circa 2.000 tonnellate di pompelmi. "Oltre a recuperare il livello di capacità degli anni precedenti, il picco della raccolta non sarà così pronunciato e l'arrivo dei diversi agrumi sui mercati sarà più scaglionato, dato che abbiamo iniziato la raccolta un mese prima e finiremo la stagione un mese dopo rispetto al solito", spiega Sergio del Castillo.

Coltivazione nascente di limoni biologici
"Negli ultimi anni, un'azienda argentina ha iniziato a coltivare limoni biologici nel nord del Perù. Sebbene l'Argentina abbia un'enorme produzione di limoni, la loro coltivazione è convenzionale, in quanto devono utilizzare prodotti fitosanitari per combattere varie malattie. Nel distretto di Olmos, invece, dove il terreno è ancora vergine, il clima è arido e l'acqua è di qualità, la produzione di frutta biologica è una grande risorsa. L'intenzione è quella di aprire molti mercati per questo nuovo agrume peruviano, come Brasile, Stati Uniti, Cina, Cile, Corea del Sud, Giappone e Malesia. Quando i mandarini e gli altri agrumi sono stati negoziati per l'accesso a diversi mercati, il limone non era ancora incluso nei protocolli".



La concorrenza di Sudafrica e Cile
Per quanto riguarda i mandarini, che vengono raccolti in Perù da aprile a settembre, uno dei concorrenti sui mercati internazionali è il Sudafrica. "Negli ultimi dieci anni, il Sudafrica ha piantato grandi quantità di mandarini, ma anche di limoni. Il vantaggio del Perù, tuttavia, è che la finestra commerciale inizia prima e la distanza che ci separa dal nostro mercato principale, gli Stati Uniti, è minore. Infatti, nel Paese nordamericano sentiamo di più la presenza del nostro vicino Cile, che ha il vantaggio della migliore colorazione dei suoi agrumi, ma lo svantaggio di una mancanza di calibri rispetto all'offerta peruviana".

Quarto produttore di agrumi dell'emisfero meridionale
Vale la pena notare che il Perù è il quarto produttore di agrumi dell'emisfero meridionale, con una produzione totale di circa 1,7 milioni di tonnellate. Prendendo come anno di riferimento il 2022, la produzione di lime e limoni si è attestata a 344.265 tonnellate, quella di arance a 591.187 tonnellate e quella di piccoli agrumi a 638.844 tonnellate, secondo i dati pubblicati dalla FAO.

"In altre parole, solo il 15% degli agrumi prodotti in Perù viene esportato, la maggior parte è venduta sul mercato interno. Per aumentare la quota di esportazioni, dobbiamo continuare a innovare, non solo con varietà moderne di qualità organolettica superiore e di maggiore produttività, ma anche con una gestione agronomica avanzata. Tuttavia, il progresso tecnico della coltivazione negli ultimi vent'anni è stato enorme. Nel 2004, quando ho iniziato a lavorare a ProCitrus, il 90% degli agrumicoltori utilizzava l'irrigazione a pioggia. Oggi, il 90% ha sistemi di irrigazione a goccia", conclude Sergio del Castillo.

Per maggiori informazioni:
Sergio del Castillo Valderrama - Ceo
ProCitrus
Av. Nicolas Arriola 314 Of. 903
Lima 15034 - Perù
+51 1 226 1952
[email protected]
www.procitrus.org

Data di pubblicazione: