"Negli ultimi anni, il settore agrumicolo siciliano è stato duramente colpito dai cambiamenti climatici, con gravi conseguenze sulla qualità e quantità della produzione e sulla sostenibilità economica delle aziende agricole. In tal senso, nessuna tecnica colturale sembra essere efficace contro le condizioni meteorologiche sempre più imprevedibili e violente". Così la Agrumi-Gel Srl, noto marchio siciliano specializzato nella trasformazione di agrumi, melograno, ficodindia e frutta estiva, tira le somme sulla campagna agrumicola e prova a tracciare un'analisi della situazione globale che attraversa il comparto.
"Nel settore agrumicolo si fa sempre più evidente un divario tra i grandi e i piccoli produttori, dove a subire il peggio sono i produttori più piccoli che hanno grandi difficoltà ad accedere alla fornitura di risorsa idrica sia privata, attraverso pozzi e falde acquifere ormai asciutte a causa della prolungata siccità, sia pubblica. I consorzi pubblici, anch'essi colpiti dalla riduzione dei livelli degli invasi non erogano acqua regolarmente. La situazione è aggravata dagli impianti fatiscenti - che, a causa dell'assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria - complicano la situazione con insostenibili perdite di acqua irrigua".
Un ulteriore problema che affligge gli agrumicoltori siciliani è rappresentato dalla gestione degli indennizzi regionali previsti dall'Art. 85 della L.R. 31/01/2024 destinati a compensare la mancata commercializzazione degli agrumi di piccolo calibro, particolarmente abbondanti nella campagna agrumicola 2023/24. Secondo Imbesi: "Tali fondi sono stati distribuiti in modo inefficace e tardivo. La premessa è che la Regione Siciliana si impegnava ad acquistare 7,5 milioni di euro di agrumi da trasformare in succhi da destinare a scopi umanitari e di solidarietà sociale. La norma, pensata per sostenere il comparto agrumicolo - e prevista dalla legge finanziaria 2024 - a inizio campagna vedeva coinvolti i seguenti attori: organizzazioni di produttori (Op), trasformatori di agrumi e singoli agrumicoltori".
"Attualmente, le risorse economiche previste dal provvedimento per l'acquisto di agrumi da trasformare in succhi - da destinare a finalità umanitarie e di solidarietà sociale - non sono stati ancora erogati, nonostante i produttori abbiamo già conferito gli agrumi alle organizzazioni preposte. Perciò, al minor incasso sopportato dai produttori a causa di grandi quantitativi di prodotto non idoneo al mercato del fresco, si aggiungono i tempi di attesa degli indennizzi non ancora arrivati ai produttori/trasformatori, sebbene previsti al momento della consegna della materia prima. Situazione che peggiora la condizione degli agricoltori che riferiscono di non essere in grado di affrontare la prossima stagione agrumicola che - anche a causa della siccità - si prevede sarà complicata".
"A fronte delle difficoltà dei produttori che hanno sostenuto solo spese senza avere in cambio le risorse economiche previste - precisa Salvatore Imbesi - la Regione ha raggiunto gli obiettivi prefissati con la distribuzione dei succhi alle associazioni che ne hanno fatto richiesta. Urge dunque che la Regione, a questo punto, onori gli impegni presi, in modo che i costi di produzione non gravino esclusivamente sugli agricoltori e sulle aziende di trasformazione che hanno aderito al bando".
"Utile ribadire che sarebbe opportuno, in tutto ciò, che la politica mettesse a punto un tavolo tecnico con la Regione per rivedere accordi obsoleti che necessitano di aggiornamento. Ciò nell'ottica di predisporre una richiesta congiunta all'Unione Europea e allo Stato italiano nella quale si comprenda, tra l'altro e solo per fare un esempio, l'importanza dell'inserimento dell'origine della materia prima sulle etichette dei succhi di agrumi, esattamente come avviene per il grano, il latte, il pomodoro etc. Questa misura potrebbe garantire una maggiore trasparenza finalizzata alla valorizzazione della produzione locale, offrendo agli agricoltori siciliani un riconoscimento adeguato per la qualità dei loro prodotti".
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