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CSO Italy

Frutta estiva: nel 2023 cali produttivi importanti, con riflessi sulle esportazioni

Le elaborazioni di CSO Italy riguardanti le esportazioni italiane di frutta estiva si basano su dati Istat.

L'export di pesche e nettarine nel 2023 è stato influenzato dai bassi quantitativi prodotti in Italia. Ricordiamo infatti che lo scorso anno l'offerta di pesche e nettarine nel nostro paese non aveva raggiunto le 820.000 tonnellate, -13% sull'anno precedente; maggiore era stato il calo produttivo registrato nel Nord Italia, area maggiormente specializzata sulle esportazioni, che aveva raggiunto il -34% sull'anno precedente.

L'export di pesche e nettarine nel 2023 si è fermato sotto le 80.000 tonnellate, -44% sul 2022, un volume simile alla stagione 2020, anch'essa contraddistinta da un'offerta non elevata, ma più basso di quello della stagione 2021, quando i quantitativi prodotti avevano toccato il minimo storico.

In calo anche il valore rispetto al 2022, mentre il prezzo medio è il più alto dell'ultimo quinquennio.

Quadro diverso per le importazioni del 2023 che invece vedono un deciso incremento rispetto al più contenuto 2022 e ritornati su volumi più simili a quelli del 2019.

Pesche e nettarine, Italia: esportazione - per anno solare

Fonte: elaborazioni CSO Italy su dati Eurostat

I Paesi dell'Unione Europea (27), rimangono la principale destinazione con una rappresentatività all'86% del totale durante l'ultima annata. La Germania rimane il principale sbocco commerciale, anche se i quantitativi inviati durante il 2023 con circa 31.000 tonnellate, scendono del - 44%. Seguono le spedizioni verso l'Austria (16% del totale), con quantitativi stabili sul 2022 (quasi 13.000 tonnellate). Con distacco, al 4% del totale, si collocano i volumi movimentati verso Croazia e Slovenia, attorno alle 3.000 tonnellate ciascuna.

Le esportazioni rivolte verso i mercati Extra-UE hanno assorbito il 14% del totale nel 2023 e scendono del 40% rispetto alla scorsa annualità. Tra questi, le maggiori spedizioni sono verso la Svizzera (oltre 6.000 tonnellate), in flessione sul 2022 ma più alti mediamente del triennio 2019-2021. I volumi indirizzati verso il Medio Oriente e i Paesi africani rimangono ancora molto ridotti.

Scende anche l'export delle albicocche italiane, durante la campagna 2023, registrando un -45% sull'anno precedente. Anche in questo caso l'export è stato influenzato da una produttività limitata a causa di diverse gelate che hanno interessato soprattutto i bacini dell'Emilia Romagna e del Veneto. I quantitativi movimentati di circa 27.000 tonnellate non sono, però, i peggiori dell'ultimo quinquennio. Il valore scende del 36% mentre il prezzo medio di esportazione sale del +17% rispetto a quello del 2022 con 1,93 euro/Kg, il più alto dal 2019.

Come per le pesche e le nettarine, anche per le albicocche le scarse produzioni hanno determinato un aumento dell'import che durante l'ultima stagione è salito in modo dominante superando i quantitativi delle cinque annate precedenti.

Albicocche, Italia: esportazione - per anno solare

Fonte: elaborazioni CSO Italy su dati Eurostat

I paesi dell'Unione Europea (27) si confermano le destinazioni prevalenti anche per campagna 2023 con quasi il 90%.

La Germania continua a essere il primo sbocco commerciale ma durante l'ultima stagione ha assorbito solo quasi 11.000 tonnellate, un volume tra i più bassi dal 2019 (-54% sul 2022). Al secondo posto si collocano le spedizioni in Austria con un quantitativo che si pone poco sopra la media dell'ultimo quinquennio e scende solo del 6% sul 2022. A seguire la Repubblica Ceca con volumi tra i più contenuti delle ultime cinque campagne.

Le movimentazioni verso i mercati dei Paesi Extra-UE, nel 2023, hanno registrato un 8% in meno sul 2022 e in ascesa quelli indirizzati alla Svizzera (+25% sul 2022) mentre scendono quelli destinati al Regno Unito (-58% sul 2022).

Ancora poco rilevante l'export verso Egitto e Canada.

Il quadro esposto precedentemente si replica anche per le ciliegie. Le esportazioni di ciliegie italiane nel 2023 sono state di circa 5.800 tonnellate, risultando le più basse del biennio antecedente con mediamente 8.600 tonnellate; il calo è dettato anche da una minor offerta nazionale, in flessione del 19% rispetto a quella dell'annata precedente. Il valore è, invece, in incremento grazie al buon posizionamento del prezzo medio come diretta conseguenza, i 5,77 euro/kg registrano un +42% rispetto alla quotazione del 2022 ed è la migliore dal 2019.

Anche in questo caso le importazioni del 2023 sono state tra le più alte del recente passato diretta conseguenza di una produttività nazionale deficitaria.

Ciliegie, Italia: esportazione - per anno solare


Fonte: elaborazioni CSO Italy su dati Eurostat

L'Unione Europea è il più importante mercato di destinazione, assorbendo oltre il 70% del totale. La prima destinazione è la Germania e a seguire l'Austria. Il rimanente 27% è stato assorbito interamente da paesi Europei Extra UE, nella vicina Svizzera.

I quantitativi esportati verso la Germania sono stati di circa 2.100 tonnellate, una quota inferiore rispetto al biennio precedente di volumi superiori (oltre 3.600 tonnellate di media).

L'export verso i paesi extra UE, poco rappresentativo, con poco più di 1.500 tonnellate, è stato maggiore del 25% rispetto a quello inviato nel 2022. Del volume complessivo l'86% è stato spedito nella vicina Svizzera che ha coperto il 23% del totale con 1.350 tonnellate, in aumento del 9% rispetto ai quantitativi inviati nel 2022.

A chiudere il quadro delle spedizioni di frutta estiva, l'export di susine italiane; nel 2023 in flessione del 36% rispetto a quelle ben più elevate della stagione precedente, difatti anche la produttività ha visto un quantitativo inferiore di quattordici punti percentuali sul 2022. Il valore scende di dodici punti percentuali sul 2022 mentre il prezzo medio sale ed è il maggiore dell'ultimo quinquennio. Le importazioni dell'ultima stagione commerciale crescono del +41% rispetto al 2022 come risultato di una minor offerta italiana collocandosi tra le maggiori dell'ultimo quinquennio.

Susine, Italia: esportazione - per anno solare

Fonte: elaborazioni CSO Italy su dati Eurostat

Anche durante la stagione scorsa i Paesi dell'UE (27) sono stati la principale destinazione di susine italiane con una rappresentatività al 58% del totale ma in flessione del 37% sulla campagna scorsa con circa 18.400 tonnellate. Nell'ambito di questa macro area la Germania mantiene il primato al 26% del totale assorbendo poco più di 8.000 tonnellate. Si confermano al secondo posto gli invii in Austria con circa 2.500 tonnellate all'8% del totale. A seguire, con il 4% del totale, le spedizioni in Belgio con 1.100 tonnellate e con il 3% del totale le movimentazioni verso Danimarca, Paesi Bassi e Repubblica Ceca.

Al di fuori della comunità europea, il 26% del totale è stato inviato verso i paesi extra UE con quantitativi in calo del -23% sul 2022. Al primo posto si conferma l'export verso il Regno Unito che occupano il 19% del totale.

Verso i Paesi del Medio Oriente sono stati spedite quasi 3.000 tonnellate durante il 2023, Emirati Arabi e Arabia Saudita le destinazioni prevalenti con rispettivamente circa 1.500 tonnellate e 1.000 tonnellate.

Al 3% del totale movimentato troviamo gli invii di susine verso i Paesi africani in drastica diminuzione (-70% sul 2022) sulla precedente annata, il prodotto è destinato quasi esclusivamente in Egitto con circa 800 tonnellate.

Le esportazioni in Nord America, esclusivamente Canada tra le più basse dell'ultimo quinquennio all'1% del totale.

In calo anche le esportazioni verso i paesi dell'Estremo Oriente, principalmente India e verso i Paesi sudamericani soprattutto Costa Rica.

L'ultima stagione è stata caratterizzata da diminuzioni produttive importanti, per diversi prodotti estivi e non solo, dovute all'effetto del cambiamento climatico.

Questa minore offerta si riflette indiscutibilmente anche sulle esportazioni, che vedono volumi generalmente in calo e molto spesso anche valori in calo perché anche un aumento del prezzo medio, quando i quantitativi subiscono diminuzioni così importanti, non può compensare i minori volumi.

Una delle principali conseguenze, oltre naturalmente al fattore più importante che è quello relativo all'impossibilità di creare reddito alla produzione, sul piano commerciale rimane quello che, quando si perdono quote di mercato, non è così automatico il loro recupero nel momento in cui si dispone di buoni livelli di offerta.

La campagna estiva di quest'anno si è aperta con una produzione meno deficitaria, su livelli più normali un po' per tutte le specie. Seppure tra nuove e vecchie difficoltà, come un clima non tipicamente estivo nella prima parte di campagna, la concorrenza con altri paesi europei, i costi elevati, il prodotto c'è e così si può ritornare a commercializzare.

Fonte: CSO Italy per FreshPlaza.IT

Data di pubblicazione: