Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Prove di immunizzazione di arancio amaro dal virus della "tristeza"

Il campo della virologia vegetale fa registrare nuovi importanti risultati biologici, ecologici e applicativi dell'interazione di alcuni virus e viroidi con piante ospiti, con l'ambiente e con insetti. Con riferimento al virus della tristeza degli agrumi (CTV), durante l'ottavo Congresso Nazionale della Società Italiana di Virologia- Italian Society for Virology (SIV-ISV), sono stati esposti i progressi nella protezione incrociata contro isolati VT del virus che causano rapido deperimento delle piante innestate su arancio amaro, un portinnesto su cui la siccità in corso e i cambiamenti climatici richiamano l'attenzione.

Si tratta di risultati ottenuti a seguito di una ricerca condotta da Agrobiotech e CREA con finanziamenti della Regione Siciliana (vedi Freshplaza del 19 ottobre 2023), con la collaborazione di Moshe Bar Joseph del The Volcani Center, A.R.O. Bet Dagan (Israele).

Al congresso ne ha parlato Grazia Licciardello (primo ricercatore presso il CREA di Acireale) la quale ha illustrato i significativi passi avanti nella prevenzione di infezioni da isolati aggressivi del virus in piante innestate su arancio amaro.

Piante di arancio dolce innestate su arancio amaro con sintomi di deperimento dovuto all'infezione di isolati di Citrus tristeza virus

"Una promettente strategia di contenimento che consiste in una sorta di immunizzazione delle piante con isolati di CTV protettivi selezionati in aranceti e vivai – ha detto Licciardello - Gli studi, che proseguono da oltre dieci anni, dimostrano che gli isolati protettivi selezionati presentano solo poche variazioni nucleotidiche sui geni Orf1a, p23 e p33 e che, grazie a un meccanismo di esclusione della superinfezione (SIE), prevengono l'infezione di isolati aggressivi strettamente omologhi. Indagini molecolari di piante immunizzate e successivamente inoculate con isolati aggressivi hanno rilevato l'unica presenza dell'isolato protettivo e l'assenza di quello aggressivo, chiaramente impedito nella replicazione. Altre analisi dimostrano che gli isolati protettivi sono stabili e attivi dopo molti passaggi su agrumi e piante Rutacee ornamentali".

A dare conferma di quanto affermato da Licciardello sono "i test biologici eseguiti in parallelo su semenzali di arancio amaro con gemme e tessuti corticali prelevati da piante protette e poi inoculate con ceppi aggressivi, che non mostrano alcuno dei sintomi di CTV dopo 14 mesi. Mentre le piante non protette e inoculate con isolati aggressivi (SY) hanno mostrato i tipici sintomi fogliari di CTV poco dopo e sono morte in pochi mesi".

Antonino Catara e Grazia Licciardello

A commentare i risultati esposti alla Società Italiana di Virologia è Antonino Catara, già Ordinario di Virologia vegetale e di Patologia vegetale presso l'Università di Catania e, attualmente, consulente scientifico di Agrobiotech: "Questi risultati si affiancano a quelli di ricerche iniziate in pari epoca in Florida (USA) e intraprese recentemente in Australia per le forme di CTV che affliggono le piante innestate su arancio amaro, mentre in Brasile e Sudafrica sono già applicate per le forme che causano butteratura del legno su arancio dolce. La sperimentazione che conduciamo in campo da anni lascia ritenere che l'arancio amaro potrebbe ritornare vantaggioso. In particolare, l'arancio amaro si presta in quelle aree non adeguate all'impiego di alcuni portinnesti tolleranti a CTV per le caratteristiche del terreno e la salinità dell'acqua di irrigazione. Sopra ogni cosa, nel contesto generale, bisogna tener conto dei cambiamenti climatici che lasciano prevedere un peggioramento rispetto all'attuale e già grave situazione".