"Quest'anno è piovuto pochissimo ovunque. Il razionamento dell'acqua non è più un rischio ma una realtà tangibile già da diverse settimane in molte campagne. Sto irrigando attraverso un pozzo artesiano, ma le criticità non mancano non solo per l'allungamento delle turnazioni, ma soprattutto perché la qualità dell'acqua è scadente. Si sta infatti salinizzando la falda, a causa delle piogge assenti e dal fabbisogno crescente delle risorse". Questa la testimonianza che giunge dall'imprenditore agricolo Andriano Solinas, operante a Sarrabus (Sardegna sud orientale).
Nell'area del Mediterraneo, alcune zone risultano particolarmente colpite dalla siccità. Tra queste, il territorio insulare della Sardegna, con la difficoltà di dosare la disponibilità di acqua tra gli usi agricoli e quelli civili, specie nella stagione estiva, quando qui giungono migliaia di turisti.
Così come sta accadendo in altre regioni del Sud Italia, anche in Sardegna si segnalano flessioni delle produzioni a causa dell'emergenza idrica. "La grave siccità sta generando serie conseguenze agli impianti. Noi proviamo a limitare i danni, ma con scarsi risultati. Nei mie agrumeti registro in media una riduzione delle rese del 30% rispetto a una stagione normale. Sono già reduce da un'annata negativa, in cui una forte cascola dei frutticini, sempre dovuta all'andamento climatico sfavorevole, limitò parecchio i profitti. Se gli apporti idrici diminuiscono, l'evapotraspirazione aumenta, mentre le temperature rimangono alte. È evidente il minor accrescimento dei frutticini, specie per le clementine e mandarini, come ad esempio il Mandalate. Credo che, se paragonate allo stesso periodo dello scorso anno, le pezzature sono più piccole del 30%".