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"Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

I limiti dell'innovazione assortimentale in Gdo

Quali sono i limiti di ricettività applicabili al mondo ortofrutta in termini di numerica assortimentale e, ammesso che ci siano, come districarsi nella gestione del proliferare incessante di referenze e proposte?

Premetto che non rientro nella categoria degli amanti dei lineari espositivi piatti e concreti, completamente orientati alla religione della vendibilità con margine. Chi ha avuto modo di leggere qualche precedente pezzo in tema di esposizioni, già lo sa: ritengo che la profondità assortimentale e la declinazione varietale all'interno della singola famiglia siano tra i compiti cui la Gdo debba assolvere con maggiore efficienza, sia per salvaguardare il suo posizionamento differenziante nei confronti della GD e dei discount, o meglio ex discount, sia per assolvere a quello che ritengo essere il compito primario dei supermercati, vale a dire la democratizzazione dell'offerta.

E si badi bene, per democratizzazione intendo la possibilità di qualsivoglia cliente nell'italico stivale di acquistare prodotti di qualsivoglia regione, primari o secondari che siano, senza nessun accenno a una politica di livellamento prezzi.

Ovvio che gestire un assortimento ricco di referenze al di fuori delle linee standard richiede un grande impegno sia in fase di riordino - si veda la gestione delle quote minime, la rotazione dello stock, l'incastro numerico a mo' di tetris per fare il plt - sia ovviamente in fase di vendita per il repartista che scelga di attingere in maniera completa alle proposte di sede, salvo ovviamente in alcuni casi doversi arrendere di fronte a numeriche ingestibili nonostante tutto.

Ancor più complicata la gestione ovviamente in quelle aziende che per organizzazione societaria non possono utilizzare l'innegabile vantaggio della clusterizzazione dei mercati, perché, in questo caso, il pdv finale è l'unico category della scelta assortimentale, potendo attingere senza filtri dal paniere messo a sua disposizione.

Ma come si concilia tutto ciò con la sempre crescente appetibilità del reparto ortofrutta da parte di tutta quella innovazione che, pur avendo pochi nessi con l'ortofrutta stessa, ne vuole sfruttare l'innegabile appeal derivante dalla prima battuta d'entrata supermercato, da un'immagine di freschezza con componente salutistica?

Il dilemma non è di poco conto e non solo per la tentazione dei listing che incombono come su Tantalo, ma perché fondamentalmente, a mio avviso, il reparto non è al momento strutturato per accogliere innovazione di prodotto non propriamente freschissimo senza fagocitare al contempo volumi e fatturato al freschissimo stesso.

Penso ad esempio alla grande crescita dei piatti pronti (zuppe, paste, minestroni, ricettazioni regionali e non) avutasi negli ultimi anni grazie alla ricerca continua da parte dell'industria di marca, e alla non remota possibilità che una percentuale delle colpe sulla contrazione della IV gamma sia a loro imputabile, a causa del fatto che i lineari dei moduli frigorifero non si sono adattati in termini di capienza alle nuove necessità e di fatto le new entries hanno trovato spazio spesso solo grazie al restringimento degli spazi dedicati alle prime.

E vi rimando anche a un recente post su LinkedIn di Maicol Mercuriali di Orma Comunicazione che analizzava la presenza in un reparto ortofrutta nazionale di un integratore a base frutta dalla "modica" cifra di 291 euro/kg se sviluppato da base prezzo/grammo: esempio estremo ma pur sempre citabile della nuova ortofrutta che avanza!

Dovremmo essere fieri noi addetti al settore di questa attenzione verso il reparto e coglierne tutte le opportunità annesse e connesse ma non senza prima progettare una rivisitazione degli spazi espositivi che permetta di non compromettere le performance del consolidato storico, da preservare in primis senza obiezioni di sorta. E magari, chissà, di fronte a questa possibilità di crescita le direzioni o le proprietà potrebbero acconsentire a cedere mq da altri reparti prevedendo in questo passaggio sviluppi commerciale non solo inattesi ma magari più proficui.

Sicuramente un bel problema da gestire nel prossimo futuro ma di quei problemi che è meglio avere e affrontare viste le opportunità di cui sono forieri.

Ultimo pezzo da paroliere dell'ortofrutta prima della pausa estiva di Freshplaza, con la speranza che vi stimoli idee rivoluzionarie, magari all'ombra di un ombrellone, Vi auguro buone ferie.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros

(Rubrica num. 46)