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I dati del rapporto "Bio in cifre 2024"

Biologico, in Italia aumentano superfici, numero di aziende e importazioni da Paesi terzi

Il 2023 è stato un anno ricco di importanti cambiamenti per l'agricoltura italiana ed europea, che si è confrontata con l'entrata in vigore della Politica Agricola Comune 2023-2027. Nello stesso anno, in Italia sono aumentate le superfici investite a biologico e il numero di operatori coinvolti: a dirlo è il rapporto "Bio in cifre" (curato da Ismea in collaborazione con il Ciheam Bari nell'ambito del programma Masaf "Dimecobio"), presentato ieri 17 luglio 2024, in occasione dell'ormai tradizionale "Appuntamento con il bio".

I dati indicano un incremento del 4,5% della Superficie agricola utilizzata (Sau) biologica sul 2022, e una crescita dell'1,8% del numero di operatori (produttori, trasformatori, importatori), un ritmo molto più blando rispetto al +7,7% dell'anno precedente. Per tutte le categorie di operatori si osservano aumenti contenuti a eccezione degli importatori (esclusivamente le aziende iscritte nell'elenco nazionale degli importatori di prodotti biologici da Paesi terzi), che segnano un calo di alcune unità. L'incremento a due cifre registrato nel 2022 dai produttori esclusivi appare in assestamento nel 2023 (+1.032 unità e +1,5% rispetto al 2022), mentre si conferma l'andamento positivo, avviato da qualche anno, dei produttori/preparatori (+532 unità e +3,8% rispetto al 2022). I preparatori esclusivi, infine, segnano la crescita più moderata in termini percentuali, sia rispetto al 2022 che al 2014.


Tra i relatori, Fabio Del Bravo, dirigente filiere e analisi di mercato di Ismea

In ambito ortofrutticolo, crescono, seppur a un ritmo inferiore, le ortive (+1,0%) mentre le colture permanenti sono pressoché stabili per effetto delle variazioni negative di vite (-2,0%), agrumi (-5,8%) e frutta (-8,7%). Sebbene l'estensione delle superfici a ortaggi non abbia subito un incremento considerevole, all'interno di questo settore si distinguono alcune evoluzioni di particolare importanza. Tra le brassicacee (+4.059 ettari, +46%) è consistente l'incremento della superficie a cavolfiori e broccoli, la cui crescita pesa per il 96% sul gruppo. Si conferma, invece, la flessione del pomodoro (-1.332 ettari, -16,2%), e dei legumi che registrano il -16,9%, riconducibile principalmente ai piselli.

Dinamica analoga interessa anche le colture permanenti per le quali dietro all'apparente stabilità delle superfici complessive, si celano variazioni negative di vite (-2.660 ettari, -2,0%), agrumi e frutta, compensate da incrementi per olivo (+6.142 ettari, +2,2%) e frutta in guscio, categoria nella quale crescono i noccioleti e i mandorleti, mentre si riducono i castagneti. Per le altre categorie della frutta si assiste invece a un calo generalizzato di quasi tutte le voci. Come nel biennio precedente, prosegue la tendenza negativa di mele e pere, cui si aggiunge nel 2023 la diminuzione di superficie che interessa le albicocche e i kiwi. Tra gli agrumi, l'aranceto bio perde oltre 2.600 ettari (-15,5%) tornando a un'estensione prossima a quella del 2014.

Fonte: Bio in cifre 2024

È interessante notare come si assista a un lento, ma progressivo, riequilibrarsi della distribuzione della superficie biologica sul suolo nazionale: nonostante questa si concentri per il 57,9% nel Mezzogiorno, per il 24,6% nel Centro e per il 17,5% nel Nord del Paese, nel 2023 il Settentrione (+5,5%) e il Centro (+5,3%) crescono a un ritmo annuo superiore rispetto al Meridione (+3,9%). La medesima dinamica si osserva nel lungo periodo, con le superfici biologiche che, rispetto al 2014, sono pressoché raddoppiate al Nord e nel Centro mentre nel Mezzogiorno la crescita è stata più lenta (+59,9%).

La dinamica delle superfici condotte a biologico nelle diverse regioni è connessa anche all'attivazione di altre misure agroambientali nuove o che nelle precedenti programmazioni non erano attive.

Consumi domestici e canali di vendita
Nel 2023 i consumi domestici di prodotti biologici relativi al canale della Grande distribuzione organizzata hanno raggiunto i 3,8 miliardi di euro a prezzi correnti, con un incremento pari al 5,2% rispetto all'anno precedente, il più alto degli ultimi anni, ma più contenuto rispetto al +8,1% dell'agroalimentare. Se si guarda alla dinamica in volume, i consumi di prodotti biologici sono rimasti stabili (+0,2% sul 2022), mentre l'agroalimentare ha perso l'1,1%. La minor crescita in valore della spesa biologica domestica rispetto al totale agroalimentare appare dunque attribuibile a un aumento più contenuto dei prezzi delle referenze bio rispetto a quello riscontrato per le omologhe convenzionali.


Fonte: Bio in cifre 2024

Pertanto, nonostante la spesa alimentare per i prodotti biologici sia cresciuta nel complesso di oltre 191 milioni di euro nel 2023, si registra, per il secondo anno consecutivo, una flessione della quota di biologico sul valore totale dell'agroalimentare italiano, che scende al 3,5%. Tale condizione è in parte legata al persistere del fenomeno inflativo, che, nonostante un rallentamento, nel corso dell'anno ha continuato a incidere sul potere d'acquisto delle famiglie italiane, penalizzando maggiormente i prodotti certificati, contraddistinti, a volte, da prezzi più alti. Il peso del comparto ortofrutticolo in valore sulle vendite complessive di prodotti biologici rimane prevalente anche nel 2023 (43,5%), malgrado tale quota sia in calo rispetto allo scorso anno.

Anche per il 2023 a trainare le vendite dei prodotti biologici è il Nord del Paese, che con un fatturato ormai superiore a 1,2 miliardi di euro esprime più del 60% del valore del venduto biologico (dati NielsenIQ-Market Track). Tuttavia, rispetto al 2022, il settentrione mostra un lieve calo della propria incidenza sul totale Italia (soprattutto per quanto riguarda il Nord-Ovest), mentre l'area "Sud e Sicilia" arriva a superare il 12% nel 2023. Nell'ultimo anno cresce lievemente anche la quota del "Centro e Sardegna", che arriva al 26,4%, mentre resta pressoché invariata quella del Nord-Est (27,5%).

Tra i canali distributivi, la Gdo conferma la propria leadership nelle vendite dei prodotti biologici con il 65% di market share, pari a 2,5 miliardi di euro, incrementando di oltre 178 milioni di euro il proprio fatturato (+7,7% sul 2022). Nel 2023 continua anche la crescita in valore dei consumi di referenze biologiche nei discount (+7,0% sul 2022), dove si superano i 548 milioni di euro. In generale, il successo riscosso dai discount negli ultimi anni appare legato al perdurare dell'inflazione, che ha indotto le famiglie italiane a porre maggiore attenzione al prezzo allo scaffale di molti prodotti alimentari.


Fonte: Bio in cifre 2024

Un approfondimento specifico, infine, riguarda i negozi tradizionali. Nel 2023 l'incidenza della quota vendite afferente a questa tipologia distributiva è in flessione di quasi due punti percentuali, equivalenti a 22 milioni di euro in meno di fatturato biologico sul 2022. In sofferenza già da diversi anni, il canale evidenzia, per la prima volta, un calo del valore dei consumi di frutta (-12,7%) e ortaggi (-2,9%), categorie che nel complesso incidono più del 65% sul valore complessivo della spesa biologica veicolata.

Le importazioni di prodotti bio da Paesi terzi
L'analisi dei dati al 31 dicembre 2023 sulle importazioni di prodotti biologici provenienti da Paesi terzi evidenzia un incremento del volume complessivo, espresso in tonnellate, del 37,8% rispetto al 2022 e del 174% rispetto al 2014. L'incremento ha riguardato tutte le categorie di prodotto, tuttavia, a incidere maggiormente sono stati soprattutto ortaggi e legumi (+73,5%) e cereali (+67,8%). Si segnalano, inoltre, variazioni positive registrate per le colture industriali (+36,8%) e la categoria della frutta fresca e secca (+35,8%).

Nel 2023 i cereali si confermano la categoria di prodotti biologici più importata (28,0%, +5,0% sul 2022). Seguono, con valori di incidenza inferiori, la frutta fresca e secca (banane, frutta a guscio, frutta congelata, datteri, fichi e ananas, mele e pere, uve e altra frutta fresca) che rappresentano il 21,4% del totale (-0,3% rispetto al 2022). Oli vegetali, ortaggi e legumi e prodotti trasformati occupano il 24,6%.


Fonte: Bio in cifre 2024

Nella categoria frutta fresca e secca, le banane biologiche rappresentano il frutto di gran lunga più importato e hanno visto un incremento delle quantità importate del 49,8% rispetto all'anno precedente. I principali Paesi di provenienza delle banane bio sono Ecuador, Perù e Colombia. Degna di attenzione, anche se importata in quantità molto più contenuta rispetto alle banane, è la frutta a guscio, che proviene per circa il 65% dall'Europa non Ue, in particolare dalla Turchia. Per quanto riguarda gli ortaggi (legumi esclusi), di notevole importanza sono le importazioni di patate dall'Egitto che, invece, hanno registrato una flessione delle quantità importate del 10,1%.

Le quantità importate dei prodotti appartenenti alla categoria dei prodotti trasformati registra nel 2023 un interessante aumento, legato soprattutto al gruppo di "ortofrutta trasformata" che, rispetto allo scorso anno, mostra un incremento delle proprie quantità importate del +49,0%. Tale gruppo include una vasta gamma di prodotti come ad esempio confetture, succhi di frutta e composte. La Turchia risulta il principale Paese di provenienza. Per quanto riguarda la categoria "altri trasformati", particolare interesse rivestono Sri Lanka, Bosnia-Erzegovina e Regno Unito.