"Il biologico è centrale nelle ambizioni green dell'Europa e dell'Italia e lo dimostra anche la pluralità di interventi normativi e di azioni strategiche che il nostro Paese ha riservato al settore, tra cui il Piano nazionale per la produzione biologica, varato quest'anno, e il decreto del 2023 che esalta il ruolo e l'importanza dei biodistretti, come quello del Lago di Bracciano e Martignano. Dopo anni difficili, dovuti soprattutto ai forti aumenti dei prezzi seguiti allo shock energetico del 2022, il settore deve adesso recuperare appeal agli occhi dei consumatori, oggi disorientati dai tanti prodotti che si fregiano di messaggi allusivi alla salute e alla sostenibilità, ma che a differenza del biologico, non sono sottoposti a rigidi controlli e a rigorose regole di produzione".
A dichiararlo è stato il presidente di Ismea Livio Proietti, in occasione dell'evento "Appuntamento con il bio", tenutosi ieri 17 luglio 2024, durante il quale sono stati presentati i dati del rapporto "Bio in cifre 2024" (vedi news correlata).
L'intervento del presidente di Ismea Livio Proietti
Al termine delle relazioni si è tenuta una tavola rotonda con associazioni e organizzazioni professionali di settore. Sono intervenuti Giuseppe Romano (presidente AIAB), Nicoletta Maffini (presidente AssoBio), Riccardo Cozzo (presidente Ass.o.cert.bio), Mariagrazia Mammuccini (presidente Federbio), Francesco Torriani (coordinatore del settore bio di Alleanza Cooperative Agroalimentari Italiane), Fabio Chessa (responsabile biologico CIA Anabio), Ignazio Cirronis (presidente Copagri-Anaprobio), Francesco Giardina (direttore di Coldiretti Bio) e Silvia Piconcelli (responsabile agricoltura biologica Confagricoltura).
Giuseppe Romano, presidente dell'Associazione italiana agricoltura biologica (AIAB), ha sottolineato l'importanza di rifocalizzare la comunicazione per valorizzare la qualità dei prodotti. "È stata una giornata davvero interessante che ha permesso un momento di confronto importante sul settore, per fare il punto sulla situazione. Come AIAB abbiamo voluto rimettere al centro del ragionamento gli agricoltori. Questo per noi era molto importante, perché dopo che si è parlato di prodotti e di mercati era fondamentale dare centralità a chi rappresenta il fulcro di tutto il sistema. Riteniamo che gli agricoltori debbano essere valorizzati e aiutati, anche con una serie di procedure di sburocratizzazione e semplificazione che possano consentire di produrre a lavorare in tranquillità. Abbiamo spesso evidenziato come la normativa di settore sia attualmente decisamente troppo burocratica e abbia un atteggiamento vessatorio su alcuni aspetti, quindi riteniamo necessario, per poter continuare ad avere dati in crescita, rivederne alcuni aspetti. È necessario ripensare alla comunicazione del biologico e rifocalizzarla sul consumatore, così da poter valorizzare la qualità del prodotto e il contesto territoriale di produzione".
"I dati Ismea attestano che il biologico continua a crescere, anche se a un ritmo più contenuto, indubbiamente influenzato dalle crisi ambientali, climatiche e sociali - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio - I consumi fanno registrare un incremento più a valore che a volume, risentendo degli effetti inflazionistici di un mercato caratterizzato da instabilità e volatilità. Per imprimere una spinta propulsiva al settore occorre agire su diversi fattori: semplificazione burocratica, ricerca, innovazione, formazione e assistenza tecnica, organizzazione della filiera con l'obiettivo del 'giusto prezzo' attraverso la rapida attuazione del Piano d'Azione nazionale per il bio e delle misure del Piano Strategico italiano della PAC. Per sostenere una crescita sana del biologico, l'incremento della produzione nazionale deve essere supportato da un'equivalente crescita dei consumi interni".
"Occorre quindi stimolare la domanda, sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive che il biologico comporta per l'economia, la salute delle persone e dell'ambiente - ha continuato Mammuccini - Inoltre è fondamentale semplificare le procedure per ridurre i costi di consulenza e supporto legati alla certificazione, che vanno ad aggravare e penalizzare soprattutto le piccole e medie aziende bio italiane".
Francesco Torriani, presidente del settore biologico di Confcooperative, intervenuto in rappresentanza di Alleanza Cooperative Agroalimentari, ha evidenziato l'esigenza che vengano incentivati campagne e progetti promozionali capaci di mettere in luce tutti gli asset valoriali del biologico al consumatore ordinario, con finalità educative e al tempo stesso commerciali. "In tema di mercato e consumi dei prodotti biologici, la questione del prezzo finale alla vendita sta assumendo una valenza crescente, dal momento che i consumatori cercano sempre più prodotti da filiera controllata e biologici, ma che abbiano prezzi competitivi. Se da un lato vanno combattute le pratiche commerciali sleali che portano a remunerare il valore della materia prima in maniera da non coprire, in taluni casi, neanche i costi di produzione, dall'altro lato non si può pensare di scaricare sul consumatore le inefficienze delle filiere produttive".
"Occorre fare un salto di qualità nell'organizzazione della filiera al fine di provare a ridistribuire almeno parte del valore aggiunto che si intercetta con la vendita del prodotto finito verso la produzione primaria", ha proseguito Torriani. "Non solo, se c'è una filiera produttiva davvero efficiente è quella che aggrega la produzione primaria e la integra con le successive fasi di trasformazione e la commercializzazione del prodotto finito. In tutto questo è evidente il ruolo strategico della cooperazione agroalimentare".