"Dobbiamo aspettarci un immediato cambio di rotta a partire già dall'avvio di questa settimana (la 30esima del 2024) – commenta Nicola Napoletano, tra gli amministratori dell'azienda agricola F.lli Napoletano - Buona parte delle partite di angurie che avremmo dovuto raccogliere in questi giorni risultano distrutte. Il caldo torrido ha compromesso oltre il 50% delle coltivazioni. Un fenomeno verificatosi non solo in Puglia, ma anche in Basilicata, nel Lazio e negli areali della provincia di Salerno".
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L'andamento produttivo e commerciale dell'attuale stagione pare si sia capovolto, costringendo ora gli operatori ad affrontare una scarsità di offerta. "La merce si è ingiallita e scottata per il caldo torrido degli ultimi 10-15 giorni - dice Nicola Napoletano. L'apparato fogliare non è riuscito infatti a ombreggiare appieno le angurie. È dunque prevedibile un incremento dei prezzi, ma soprattutto un andamento più soddisfacente delle vendite, con una programmazione delle forniture più solida e tipica del periodo. Le lente esportazioni hanno scombussolato il mercato. È sempre la Germania a guidare il mercato estero, ma se qui e nel resto dell'Europa settentrionale il meteo è risultato piovoso e con massime al di sotto delle medie stagionali, è ragionevole che ciò non favorisca il consumo di cocomero".
L'operatore pugliese, che coltiva angurie tradizionali della varietà Melania su oltre 100 ettari a Nardò (Lecce), precisa poi che si contano maggiori superfici investite rispetto allo scorso anno, complici le quotazioni vivaci delle ultime due campagne. "Le rese però risultano in calo. Finora i frutti hanno fatto fatica a raggiungere calibri standard e preferiti dagli italiani (10-18 kg). C'è stata una maggiore percentuale di pezzature più piccole, che solitamente vengono destinate ai mercati europei. Quest'anno, l'estero è rimasto quasi fermo, pertanto queste angurie sono state collocate prevalentemente nel mercato interno, generando confusione commerciale e qualche difficoltà nella vendita".
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