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Contro le truffe online i consigli dell'avvocato Roveda, consulente Fruitimprese

"Diffidare di nuovi clienti che spingono per accordi rapidi"

Negli ultimi tempi, il settore ortofrutticolo è stato gravemente colpito da frodi legate al furto di identità, con conseguenze economiche significative per le aziende coinvolte. Questi episodi dimostrano quanto sia vulnerabile il comparto agricolo alle tecniche fraudolente utilizzate dai criminali. Approfondiamo l'argomento con l'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese.

FresPlaza (FP): Quale insegnamento possiamo trarre dal recente fatto di cronaca in cui sono stati utilizzati i dati della rinomata impresa "Bolla Ferdinando srl" (cfr. Freshplaza del 24/07/2024) per truffare un'azienda spagnola?
Gualtiero Roveda (GR): È il classico caso di furto di identità, una frode commerciale in cui i dati personali di un soggetto realmente esistente vengono utilizzati dai criminali con l'obiettivo di conseguire vantaggi, spacciandosi, ad esempio, per il direttore dell'ufficio acquisti o il buyer di una linea di prodotto.

Gualtiero Roveda

FP: Quanto è diffuso il fenomeno nel settore ortofrutticolo?
GR: È una delle frodi più diffuse nel mondo aziendale e può mettere in serio pericolo un'impresa. Il comparto è particolarmente vulnerabile perché le transazioni, in ragione della natura deperibile dei prodotti, avvengono spesso rapidamente e a distanza. Questo facilita i truffatori che possono sfruttare la fiducia e la necessità di rapidità nelle operazioni commerciali.

FP: Quali sono i segnali che gli operatori dovrebbero tenere d'occhio per evitare di cadere in queste trappole?
GR: Prima di tutto, bisogna diffidare di nuovi clienti che spingono per accordi rapidi senza fornire adeguate garanzie. È fondamentale verificare l'identità dell'acquirente attraverso canali ufficiali e non limitarsi a comunicazioni via telefono o e-mail. Ad esempio, ricordiamo il caso del sedicente buyer di ASDA (Wal-Mart), una primaria catena britannica di supermercati, che proponeva l'acquisto di merce. A tal fine ha prodotto un contratto coerente, ha parlato di assicurazione, termini di pagamento e fornito dati che corrispondevano a quelli depositati presso gli Enti camerali. Fortunatamente, l'operatore italiano, facendo un controllo incrociato, ha scoperto che i numeri di telefono non corrispondevano e che il luogo di scarico della merce non era una delle piattaforme solite di ASDA. Ha così evitato l'inganno.

FP: La verifica deve essere accurata. Non è sufficiente guardare un sito internet, se si considera che è relativamente facile realizzarne di molto simili a quelli originali.
GR: Esattamente. È fondamentale avere un puntuale riscontro sull'identità del soggetto che ha discusso l'ordine contattando direttamente l'asserita società acquirente, verificandone la titolarità. Una misura piuttosto efficace, per chi effettua molte transazioni in tempi rapidi, è utilizzare un software di verifica dell'identità, noto come KYC (Know Your Customer). Questo programma aiuta a confermare l'identità dei clienti in modo sicuro e affidabile. Il software KYC raccoglie dati personali e verifica l'autenticità dei documenti confrontandoli con database ufficiali. Richiede un selfie per confrontare l'immagine con il documento e utilizza tecnologie avanzate. Infine, controlla le informazioni personali con fonti affidabili come database ufficiali.

FP: Se un'impresa ha una polizza di assicurazione dei crediti commerciali è risarcita in caso di truffa?
GR: Di regola, no. È necessaria una polizza aggiuntiva o specifica.

FP: Quali sono le disposizioni legislative di riferimento?
GR: Gli articoli di riferimento del Codice penale sono l'art. 640 -Truffa- e l'art. 494 –Impersonificazione/sostituzione di persona.

FP: Cosa può fare un'azienda se scopre di essere stata truffata?
GR: Deve contattare immediatamente l'autorità competente e presentare denuncia. Parallelamente, diffondere l'informazione nel settore può aiutare altre imprese a evitare di cadere nella stessa trappola.