È chiaro l'obiettivo del progetto di ricerca, coordinato da Giuseppe Colla, professore ordinario di orticoltura dell'Università della Tuscia, che coinvolge Evja, il Centro di sperimentazione e assistenza agricola (CeRSAA) di Albenga, la Toro Ag e l'ARSIAL e che è stato messo in campo dall'AOP CSC Lazio: coltivare pomodori da mensa di alta qualità, in modo sostenibile. "La nostra esperienza agronomica, unita all'analisi scientifica e alle nuove tecnologie, sta portando già risultati importanti sotto ogni aspetto della gestione colturale", sottolinea Romano Pecchia, direttore della AOP.
Presentato al pubblico il 5 luglio con un evento dedicato, il progetto ruota intorno a tre pratiche agronomiche principali: irrigazione, difesa fitosanitaria e nutrizione.
Irrigazione
L'ottimizzazione degli interventi irrigui è affidata al Sistema di Supporto Decisionale (DSS) di Evja, in funzione sia nelle serre sperimentali sia in quelle testimone. "Con il nostro DSS brevettato riusciamo a monitorare in tempo reale la quantità di acqua nel suolo, la traspirazione delle piante e il loro fabbisogno irriguo", racconta Simone Scarpa, direttore del reparto agronomico di Evja. "Modellistica predittiva, algoritmi e sensori wireless riescono a fornire indicazioni tempestive e precise per la pianificazione dei turni irrigui, perché irrigare meglio è la chiave per farlo meno". Inoltre, l'attività prevede anche il monitoraggio dell'uniformità di distribuzione dell'acqua dagli impianti irrigui attraverso il software dalla Toro Ag.
Difesa
La difesa del pomodoro in coltura protetta affronta oggi nuove e sempre più ardue sfide: residuo zero, cambiamento climatico, limitazione della disponibilità dei mezzi di lotta, diffusione di patogeni e parassiti esotici, marginalità delle produzioni sempre più limitata sono solo alcune delle problematiche che le aziende devono affrontare. "Finora abbiamo lavorato su tre cicli colturali, confrontando tecniche di difesa convenzionali e innovative per il contemporaneo contenimento di patogeni e parassiti della porzione epigea e ipogea", racconta Andrea Minuto, responsabile del CeRSAA. "Sicuramente, la tecnica maggiormente innovativa che è stata introdotta è l'adozione del DSS di Evja, che integra monitoraggio ambientale e algoritmi di simulazione dei processi di infezione e sviluppo di patogeni e parassiti del pomodoro, capaci di guidare le scelte operative per la protezione e delle coltivazioni in ambiente protetto".
Nutrizione e biostimolazione
L'ottimizzazione degli apporti di concimi in fertirrigazione si basa sul monitoraggio dei nutrienti chiave (nitrati e potassio) nei piccioli fogliari e nella soluzione circolante del suolo. La soluzione del suolo è prelevata da lisimetri a suzione istallati a diverse profondità per identificare non solo la disponibilità di nutrienti a livello radicale, ma anche dei nitrati persi in profondità per lisciviazione. Le analisi dei nutrienti sono condotte direttamente in azienda mediante misuratori ioni selettivi portatili. Quando i valori di nitrato o potassio nei piccioli fogliari e/o nella soluzione circolante del suolo scendono sotto la soglia di sufficienza si interviene con una fertirrigazione.
"I risultati ottenuti hanno evidenziato l'utilità dell'uso dei misuratori iono-selettivi per il monitoraggio del nitrato e del potassio, con coltura in atto, al fine di pianificare le fertirrigazioni sulla base dei reali fabbisogni della stessa", spiega Giuseppe Colla dell'Università della Tuscia. "Un ulteriore aiuto all'ottimizzazione della fertirrigazione potrebbe derivare dal monitoraggio in continuo della conducibilità elettrica a livello radicale da parte del DSS di Evja. Infine, stiamo valutando la possibilità di migliorare l'assorbimento dei nutrienti e la qualità del prodotto attraverso l'apporto di biostimolanti microbici e non microbici".
Foto articolo fornite da Evja
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